Bondi: "Disonestà contro me. Penso alle dimissioni"

Giulio Bucchi

"Sto ancora pensando alle dimissioni. Colpa di questa sinistra fanatizzante...". E' un Sandro Bondi amareggiato ma combattivo quello intervistato dal direttore di Libero Maurizio Belpietro a 'La telefonata' di Canale 5. Il ministro dei Beni Culturali parla di governo, caso Ruby e, soprattutto, della mozione di sfiducia di mercoledì scorso, superata con buon slancio. Ministro, qualcuno ha detto che dopo la fiducia si vuole comunque dimettere. E' vero? "In questi tre anni ho avuto modo di constatare quanto sia difficile creare dialogo vero con la cultura di sinistra, ideologizzata e fanatizzante. Per questo rifletterò se sia il caso di rimettere il mio mandato, per rafforzare il governo". Eppure tra l'opposizione c'è che, come il finiano Barbareschi, la difende. "Non è l'unico caso, gli sono grato per l'onestà intellettuale. Ci sono stati molti imbarazzi anche a sinistra, la mozione di sfiducia è stata un atto di disonestà politica, trasformatasi in sonora sconfitta per Bersani, Fini e Casini e in una vittoria per il governo". Cosa voleva essere? Una vendetta per la mancata sfiducia del 14 dicembre? "Si è trattato dell'ennesimo tentativo di spllata al governo, ma un'opposizione senza idee non va da naessuna parte". Il governo però è fragile. Resisterà agli scossoni di questi giorni? "Non dobbiamo guardare solo i numeri a favore, ma anche gli indecisi tra l'opposizione. Il governo si consolida di giorno in giorno, mentre l'opposizione si sgretola". E' possibile l'allargamento dela maggioranza? "Io ci credo. C'è malessere tra i deputati dell'opposizione, compresa la sinistra e Fli. Si può allargare la maggioranza per mettere in pratica le riforme e finire la legislatura. Altrimenti, l'unica strada possibile è il voto". Dopo il cosiddetto Rubygate, le elezioni sono più vicine? "L'Italia non ha bisogno di elezioni anticipate. Ma se il comportamento dell'opposizione rimarrà questo...". Lei è stato spesso ad Arcore: sono possibili i fatti contestati dai pm di MilanO? "No. Ho lavorato a lungo lì, non è il luogo dipinto dall'inchiesta". Ha mai partecipato a quelle cene? "No, ma ho partrecipato a tante cene con Berlusoni caratterizzate sempre da grande signorilità". Berlusconi ha chiamato a raccolta il partito per una manifestazione il 13 febbraio a Milano. Ce la farà a resistere? "Non si tratta di resistere. Il problema, al di là delle polemiche, riguarda il rapporto corretto tra poteri dello Stato. Il nostro impegno è a difesa dela democrazia e della cotituzione, per il ripristino dell'equilibrio tra potere della democrazia e potere giudiziario, un equilibrio saltato a causa dele scorribande di certa magistratura". C'è tensione tra finiani e Pdl sul caso Montecarlo: il suo partito ha chiesto le dimissioni di Fini, che ha regito. Si deve dimettere? "E' stato lo stesso Fini a dire che se le notizie sulla casa fossero state confermate si sarebbe dimesso, per una questione di etica pubblica. Ma la questione fondamentale è un'altra: non si può essere capo di partito e contemporaneamente presidente della Camera. Un presidente che poi chiede le dimissioni del premier, che lo aveva indicato per quel ruolo. Non si è mai visto".