Via Poma, Busco condannato a 24 anni. Lui: "Sono una vittima"

Andrea Tempestini

Raniero Busco (nella foto) è stato condannato a 24 anni di carcere: questa nell'aula bunker di Rebibbia la sentenza sul delitto di via Poma. Dopo due decenni, la morte di Simonetta Cesaroni trova un colpevole. Nel processo per la morte della ragazza uccisa il 7 agosto 1990 con 29 coltellate, Busco, ex fidanzato della Cesaroni, era l'unico imputato. Il pm Ilaria Calò aveva chiesto l'ergastolo per omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà. LA REAZIONE - Al momento della lettura della condanna, Busco ha avuto un malore ed è stato trascinato via dall'aula da uno dei fratello.  La moglie era accanto a lui, alcuni tra amici, familiari e componenti del pubblico hanno urlato "no", altri sono scoppiati in lacrime, mentre il secondo fratello si è rivolto alla Corte urlando "ma che state a dì?". Incredulo, Busco ha poi commentato: "La sentenza è ingiusta, perché devo essere io la vittima?". PROVVISIONALE PER LA FAMIGLIA - La Corte presieduta da Evelina Canale ha inoltre disposto che Busco risarcisca le parti civili in separata sede, assegnando una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro per la sorella di Simonetta e di 50 mila euro per la madre. Nessuna provvisionale, invece, è stata disposta per il Comune di Roma. Nel dispositivo della sentenza di condanna Busco, all'uomo hanno sospeso anche la potestà genitoriale. "SONO INNOCENTE" - Intorno alle 12.30, la terza sezione della Corte d'assise di Roma si era chiusa in camera di consiglio per decidere la sorte di Busco. Nel lasciare l'aula, la corte aveva reso noto che per emettere la sentenza sarebbero state necessarie almeno tre ore. Busco, unico imputato per il delitto e all'epoca dei fatti fidanzato con Simonetta Cesaroni, prima della sentenza aveva ribadito la sua innocenza. "So di non aver fatto nulla. Ho fiducia nella giustizia e per questo devo essere ottimista. Altrimenti è finita", aveva dichiarato l'uomo.  Il pm Calò, in mattinata, aveva ribadito tutte le accuse punte per punto, basate sul carattere dell'imputato, sul dna, sulla dentatura sull'alibi e sulla conservazione dei reperti. "NO A CAPRI ESPIATORI" - Federica Molinari e Massimo Lauro, i legali di parte civile della sorella della vittima, avevano incentrato i loro interventi sulla personalità di Busco stesso, sottolinenado come "in tutti questi anni non si è mai fatto vivo con la famiglia e al funerale di Simonetta non si è neanche avvicinato per le condoglianze". Successivamente aveva preso parola Lucio Molinaro, il legale di parte civile della madre di Simonetta. Il penalista ha affermato: "Noi non cerchiamo il capro espiatorio, ma solo la verità". LA GAFFE DI REPUBBLICA - Nell'enfasi del momento, Repubblica.it poco dopo le 16 ha clamorosamente lanciato un flash in cui veniva comunicata l'assoluzione di Raniero Busco, invece della condanna a 24 anni. La redazione del giornale ha cancellato immediatamente l'agenzia, ma nonostante ciò la notizia falsa è arrivata su tutti i telefonini di degli abbonati al servizio aggiornamenti del quotidiano, come si può vedere nella nostra fotogallery.