Obama si sveglia: "Bisogna diminuire la spesa pubblica"
Condivisione di valori, competitività, innovazione e uno stop alla spesa pubblica. E' questa la ricetta, che per la verità arriva un po' in ritardo, proposta da Barack Obama nel tradizionale discorso sullo stato dell'unione di fronte alle camere unite, il secondo della sua presidenza. Ad accogliere il 44esimo presidente degli Stati Uniti stavolta non c'era un Parlamento a lui favorevole, bensì una platea piena di deputati repubblicani, che lo scorso novembre hanno ripreso il controllo della Camera dei rappresentanti nelle elezioni di medio termine. Una vera e propria beffa per i democratici, danneggiati ieri anche dallo stop alla candidatura di Rahm Emanuel, ex capo dello staff della Casa bianca, a sindaco di Chicago. CONDIVISIONE DI VALORI - Proprio per questo motivo, i toni del discorso di quest'anno sono stati più concilianti e bipartisan. Un scelta necessaria anche alla luce della sparatoria di Tucson, in Arizona, in cui la deputata Gabrielle Giffords è rimasta gravemente ferita."Tutti noi siamo parte di qualcosa di più grande; qualcosa di più importante della propria appartenenza politica - ha detto il presidente -. Ma la mera consapevolezza di questo fatto non ci permetterà di entrare in una nuova era di cooperazione. Il resto infatti dipende da noi". IL 'MOMENTO SPUTNIK' - Incurante del fatto di essere dipinto come un 'socialista' dai suoi oppositori, Obama nel suo discorso ha fatto un riferimento non troppo velato all'ex Unione Sovietica. Una metafora nostalgica per ricordare la trionfale corsa allo spazio degli anni '60, ma in questo caso applicata agli investimenti sull'informatica e, per, sulle energie verdi. Obama ha anche parlato di miglioramenti a infrastrutture, soprattutto le ferrovie, e all'importanza della connessione wireless, da estendere nei prossimi 50 anni al 98% della popolazione americana. DEFICIT - Ma il momento forse più favorevole alla platea conservatrice è probabilmente stata una virata liberista del presidente, vale a dire la proposta di ridurre il debito pubblico: "Non possiamo rimanere sepolti in una montagna di debito. Ora che il peggio della crisi è passato, dobbiamo renderci conto che il governo non può spendere più di quanto guadagna". Ad ogni modo, Obama ha dichiarato di voler salvaguardare alcune voci del bilancio pubblico: "Tagliare il deficit riducendo gli investimenti nell’innovazione e nell’istruzione è come alleggerire un aereo troppo carico togliendo il motore", ha detto. LA RISPOSTA REPUBBLICANA - Come ogni anno, il Partito repubblicano ha risposto allo Stato dell'unione con un discorso televisivo, questa volta affidato alle parole pacate del deputato Paul Ryan del Wisconsin: "Gli americani sono scettici riguardo a entrambi i partiti, e non possiamo dare loro torto". Da Ryan è arrivata anche una calorosa apertura ai tagli alla spesa pubblica. Di tutt'altro tenore le dichiarazioni di Michele Bachmann, deputata del Minnesota e tra le menti ispiratrici dei Tea parties. "Per due anni - ha tuonato - Obama ha fatto promesse simili a quelle che abbiamo sentito stasera. Nonostante ciò, la disoccupazione è ancora alta, i prezzi delle case sono al ribasso, mentre i prezzi della benzina sono ancora alle stelle. MOSCA APPROVA LO START - E' stata una notte importante anche dall'altro lato del mondo per gli affari internazionali. A Mosca, il Consiglio della Federazione ha dato il "sì" definitivo al nuovo trattato russo-americano Start sul disarmo nucleare. La ratifica è arrivata all'indomani del via libera da parte della Duma, la Camera bassa del Parlamento. Il trattato entrerà in vigore già nelle prossime settimane. L'accordo era stato firmato lo scorso aprile dal presidente statunitense Barack Obama e dal suo omologo russo, Dimitri Medvedev. Il nuovo Start prevede il taglio del 30% degli arsenali atomici. Tradotto in cifre, nell'arco di sette anni le testate saranno ridotte a 1.550 a testa, mentre tra vettori, missili e bombardieri strategici ogni nazione non ne potrà possedere più di 700.