Il solito Santoro: fango, accuse e retromarce
Doveva essere la spallata mediatica definitiva, ma è andata a vuoto. Michele Santoro ha tentato di picchiare duro su Silvio Berlusconi, imbastendo una puntata di 'Annozero' senza pietà sul caso Ruby, ma di materiale scottante (e rilevante) nessuna traccia. Inviati molesti, domande tendenziose e faziosità assortite: insomma, la solita storia, ma questa volta il guru del giornalismo 'de sinistra' si aspettava di più. L'unico colpo alla Santoro è arrivato quando ha mostrato in video il numero di cellulare di Berlusconi. Un colpo, sì, ma alla privacy e alla decenza. Infatti, subito dopo la messa in onda delle cifre, in centinaia hanno provato a chiamare e inviare messaggi a quel numero, che però risulta irraggiungibile. Su Facebook sono subito nati dei gruppi e delle pagine dedicati al numero, e i commenti pieni di insulti non si contano. I DELIRI DI BERSANI - Rimane l'immagine di un servizio pubblico prontissimo ad azzannare il premier, con risultati più o meno brillanti. L'unico a non accorgersene è proprio il segretario Pd Pierluigi Bersani, che ha pure il coraggio di lamentarsi. Intervistato da Repubblica Tv, ha criticato l'informazione televisiva. In particolare, ha detto di aver visto "un Tg1 incredibile". Dunque, "pagare il canone diventa sempre più difficile". Ergo, sarebbe meglio non pagarlo, per zittire il direttore Minzolini. I deliri di Bersani escono dal tubo catodico e vanno direttamente in piazza: una raccolta di firme con l'obiettivo di mandare a casa Silvio Berlusconi". Per il leader dell'opposzione dove non arriva il Pd, dove non arriva il sexgate, arriveranno i gazebo. "Dal primo di febbraio ne organizzeremo 10mila per raccogliere 10 milioni di firme su un testo che dica semplicemente 'vai a casa'". SANTORO NON CE LA FA A STUPRARE BERLUSCONI di Francesco Borgonovo Marysthell Garcia Polanco cerca di coprirsi il volto in qualche modo tirandosi giù il berretto e urla: «Dovete andare affanculo, se volete fare del male al presidente, andate da un’altra parte». Ma la telecamera sta lì, vicino alla cronista di Annozero, non si sposta di un millimetro e continua a inquadrarla. Marysthell si avvicina alla porta del residence Dimora Olgettina, cerca di aprire la porta per entrare con la macchina. Ha la voce rauca: «Lasciatemi stare. Siete venuti fin dentro casa mia, c’era mia figlia. Qui dietro ho la bambina». La piccola c’è, sta seduta sul sedile posteriore dell’auto nera. Ma la telecamera non si muove. Perché Michele Santoro ha deciso: di queste donnine bisogna sapere tutto. Per infilarsi sotto le lenzuola di Berlusconi s’ha da passare per le ragazze che abitano nel condominio, costi quel che costi. Marysthell parla chiaro: «Voi volete fare male a chi fa del bene. Al presidente. Voi volete il male del presidente Berlusconi. Ma lui è bravo, gli voglio bene, vuole bene ai miei bambini e mi rispetta. Rispettatemi anche voi». Rispettatemi. Ma non la rispettano: ha partecipato a “La pupa e il secchione”, dunque è una puttanella. Concita De Gregorio lo certifica: «Sono delle prostitute». Ma chi lo dice? I pm? No, lei, la paladina della femminilità. I segugi di Rai2 mettono il naso ovunque. Tutto, occorre sapere tutto, perché qualsiasi particolare può servire a far fuori il Cavaliere. Epperò Santoro stavolta va in bianco. “Annozero” mette in fila una dopo l’altra dichiarazioni e intercettazioni delle partecipanti alle serate di Arcore, tra cui Melissa, la ragazza con due lauree amica di Nicole Minetti. Lo dice anche, San Michele Martire: non c’è nulla di penalmente rilevante. Infatti si tratta di una sequela di giudizi negativi della plurilaureata (che s’indigna, però la busta con i soldi in regalo l’ha presa). L’inquisitore con i ricci non demorde. Vuole infilzare il Cavaliere, stritolarlo nella gogna. Ma non ci sono appigli, non c’è niente a cui impiccarlo: solo parole, illazioni, malelingue, moralismo all’ennesima potenza. Nessuna notizia, nulla che non sapessimo già: il pistolino fumante difetta, peccato per Zio Michele. Appare persino una rappresentante delle forze dell’ordine, a lamentarsi che gli uomini delle scorte vengono impiegati per riportare a casa le soubrette dopo le feste. «Ci sono le testimonianze», sostiene. Dove? Non nel fascicolo della procura milanese. E lei replica: «Su Repubblica...». Alla fine, Santoro riesce quasi a fare un favore al suo grande nemico. Tanto che, per consolarsi, nel finale deve inserire qualche battuta di Vauro sui gusti sessuali del Papa (per i minorenni) che irritano la Santanchè. Va pure in onda un’intervista con tale Helen Scopel, una che ha fatto il provino per diventare meteorina al Tg4 e poi è stata scartata perché, dice lei, non voleva concedersi a Emilio Fede. Anche fosse, che c’entra? Soprattutto, perché lei è la vittima di un vecchio porco e Marysthell merita di essere inseguita fin sulla soglia del suo appartamento? Forse perché la prima accusa il “sistema berlusconiano” e la seconda continua a dire che Berlusconi le ha fatto del bene? Evidentemente sì. Idem per Nadia Macrì. Lei, che ammette di essere una escort («Non esercito più», dice, poi si corregge: «Però se ricapita...»), viene denigrata pure dall’ex fidanzato ed è felicissima di scodellare sul tavolo i regali ricevuti, è interrogata come un oracolo da Sandro Ruotolo, baffoni al seguito. Inventa un sacco di storie, ma le signorine che criticano Silviuccio sono brave ragazze; per le altre, il timbro di donnaccia. La selezione non avviene in base all’aspetto, ma alle dichiarazioni. Il succo è lo stesso: quella di Santoro è un’altra forma, più subdola, di bunga-bunga. La festa voleva farla al Cavaliere, gli è andata male. di Francesco Borgonovo