La Camera rinvia esame sul sexgate. Pdl: "No al voto"
La Giunta delle autorizzazioni della Camera ha rinviato a martedì 25 novembre l'esame del cosiddetto Caso Ruby, ovvero la richiesta della procura di Milano di perquisire gli uffici di Giuseppe Spinelli, il contabile del premier Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, da par suo, osserva "serenamente" l'evolversi della situazione. Martedì sera ha dichiarato di "seguire divertito" la vicenda e ha poi chiuso le urne ancora prima di aprirle: "Un passo indietro da parte mia? Voi siete matti...", ha tagliato corto. FASCICOLO FIUME - L'accerchiamento al premier intanto prosegue. Ma la mole dell'inchiesta è spropositata, così è arrivata la richiesta di rinvio del fascicolo alla Camera, avanzata dal relatore del Pdl Antonio Leone. Il relatore ha chiesto più tempo considerata la "corposità" del fascicolo fiume, costituito da quasi 400 pagine di atti inviati a Montecitorio (leggi le 289 pagine). La mole del fascicolo è talmente ampia che anche il presidente della Giunta, il democratico Pierluigi Castagnetti, ha accolto la richiesta, definita "ragionevole". Castagnetti ha poi spiegato: "Martedì attendiamo la relazione poi si aprirà il dibattito e prevedo che entro 2 settimane possiamo concludere, anche se da regolamento abbiamo tempo fino al 14 febbraio", ossia 30 giorni dall’invio degli atti per poi inviare la relazione all’aula. ENTRO IL 14 FEBBRAIO - Martedì prossimo Leone presenterà la sua relazione e su quella base si avvierà la discussione. Secondo Castagnetti è prevedibile che il apssaggio della richiesta in giunta richieda almeno un paio di settimane. Da regolamento, i commissari si dovranno esprimere entro il 14 febbario, mentre poi toccherà al futurista e presidente della Camera, Gianfranco Fini, calendarizzare il voto in Aula sulla decisione della giunta. D'ALEMA: "RIFERISCA AL COPASIR" - In piena bagarre, torna alla carica anche il presidente del Copasir, Massimo D'alema. "Siamo sempre in attesa, domani vediamo il sottosegretario Gianni Letta e glielo chiederemo di nuovo". Il riferimento è alla richiesta al premier di recarsi al Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica per riferire gli sviluppi dell'inchiesta. "A noi non interessa che cosa il premier fa nelle sue case, non si tratta di curiosità malsana ma la legge attribuisce a lui delle competenze esclusive sulle quali è tenuto a riferire", ha concluso D'Alema. PDL, QUADRATO ATTORNO AL PREMIER - Sul fronte politico, continuano le schermaglie tra gli schieramenti. Il Pdl fa quadrato attorno al Cavaliere e non lesina critiche all'operato dei magistrati milanesi. Il deputato Giorgio Stracquadanio non usa mezzi termini: "C'è un disegno per far cadere il governo". E le "coincidenze" degli ultimi giorni legittimano l'affermazione. La Lega Nord continua a non muoversi di un passo dalla sua posizione. Il capogruppo a Montecitorio del Carroccio, Marco Reguzzoni, spiega: "Ci interessano fatti e sostanza. Il governo prosegue lungo il cammino delle riforme e al primo punto rimane il federalismo fiscale, che tanto serve al Paese per andare avanti. L'opposizione chiede le dimissioni ogni 15 giorni, non è un fatto nuovo". SINISTRA E FINIANI - Sul fronte opposto marciano compatti il Pd, l'Idv di Antonio Di Pietro e la pattuglia futurista di Fini, ormai schiacciata sulle posizioni del centrosinistra. Il coro, ripetitivo e unanime, è sempre lo stesso: "Dimissioni". Anche l'Udc continua ad essere ostile nei confronti di Berlusconi, e dopo l'invito di Casini ("Silvio faccia un passo indietro"), parte alla carica Roccon Buttiglione: "Silvio Berlusconi è abituato a fare delle donne carne femminile martirizzata".