Il Cav: "Mi diverto. Un passo indietro? Voi siete matti..."

domenico d'alessandro

Silvio Berlusconi interviene e commenta con tranquillità l'inchiesta che lo vede coinvolto. Il Premier si dice "sereno" e ai giornalisti che gli chiedono se ha intenzione di dimettersi risponde ironicamente con una domanda: "Ma siete matti?". Poi esclude qualunque ipotesi di un passo indietro con un laconico "non fatemi fare gestacci per strada". Il Cavaliere, poi, afferma: "Mi sto divertendo" nel seguire gli sviluppi della vicenda e quindi conferma che non si presenterà dai pm di Milano ("il tribunale è incompetente) e bacchetta: "Dalle toghe gravissime violazioni di legge". "PROCESSO POLITICO" - "Non ho fatto nulla di male, non ho commesso reati, vado avanti per la mia strada", ha quindi ribadito Berlusconi, sottolineando come quello in atto sia "un processo politico. E' scandaloso che si assita ad uno spionaggio continuo". Per il premier, quella della procura di Milano "è un'inchiesta sul nulla. Lo scopo è quello di farmi fuori: è un processo in cui l'unico fine è quello eversivo", avrebbe affarmato in privato il Presidente al suo entourage. Poi avrebbe aggiunto, con il consueto amore per la battuta: "Non sono mica supermen...". Il riferimento è per le fantomatiche serate organizzate dal presidente del Consiglio alle quali avrebbero partecipato più di 24 ragazze contemporaneamente. LA MACCHINA DEL FANGO NON FUNZIONA - Berlusconi poi ha snocciolato i dati di un recente sondaggio svolto da Euromedia, che rivela come nonostante l'incessante opera della macchina del fango il suo gradimento sarebbe al 52,3%, mentre quello del Pdl si attesterebbe poco sopra il 32 per cento. Poi il premier ha speso anche una battuta sull'ipotesi di tornare alle urne: se si dovesse andare al voto, avrebbe aggiunto il Cav, Luca Cordero di Montezemolo non starebbe con la sinistra. IL CASO - Il vaso di Pandora sul caso Ruby è stato scoperchiato lunedì 17 gennaio, e da lì è partita la valanga. Sui media di tutta Italia sono rimbalzate le indiscrezioni sull'inchiesta con cui i pm di Milano stanno accerchiando Silvio Berlusconi. Martedì l'ennesima "bomba" pronta a sgonfiarsi in breve tempo: "Il Cavaliere ha fatto sesso con Ruby". E come se non bastasse, con invidiabile tempismo, dalle aule del tribunale di Firenze si è levata la (ciclica) accusa al Presidente del Consiglio: "C'è lui dietro alle stragi di mafia del 1993". Il plotone d'esecuzione è schierato al gran completo. CASINI, "PRONTI A ELEZIONI" - Non ci ha messo molto tempo a unirsi anche Pier Ferdinando Casini, il leader dell'Udc. Poche ore prima aveva dichiarato: "Le elezioni sarebbero una follia". Poi corregge la rotta, e invita il premier a "valutare con serenità l'ipotesi di fare un passo indietro, e credo che sarebbe positivo anche per rilanciare la sua coalizione". In questo modo, in una conferenza stampa a Milano dove è arrivato per discutere con Fli e Api le strategie in vista delle amministrative, Casini è tornato a parlare delle recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto il presidente del Consiglio. "Da domani", ha proseguito il leader centrista, "ciascun italiano è autorizzato ad un comportamento emulativo che non è certo il massimo. Io ho contestato Berlusconi sul terreno politico e su quello delle cose non fatte per il Paese, ma non possiamo far finta che tutto quello che sta uscendo non ci sia. Berlusconi", ha proseguito Casini, "deve assumersene la responsabilità, ma anche noi: non si può più minimizzare quello che sta uscendo. Se Berlusconi", ha quindi concluso, "ritiene di affidarsi al giudizio degli elettori e andare a elezioni, noi siamo pronti. E' una scelta che può assumere solo lui, ma io glielo sconsiglio". Insomma Casini completa così la repentina retromarcia, e si schiera contro il Cav. BOSSI: "BASTA RUBY, SUBITO FEDERALISMO O VOTO" - Il caso Ruby continua insomma ad essere l'argomento centrale nella politica italiana, e i commenti piovono da entrambi gli schieramenti. E' tornato a farsi sentire anche il leader della Lega Nord Umberto Bossi che, intervistato dal settimanale Oggi, non ha parlato espressamente di Ruby ma ha confermato che le priorità, in questo momento, sono le riforme. In primis, ovviamente, quella del federalismo: "Non può più aspettare, deve diventare operante, altrimenti l'Italia va a rotoli", dice il Senatùr, secondo cui la soluzione estrema sarebbe un ritorno alle urne, così "ci facciamo dare il voto dagli italiani e ricominciamo a lavorare per farlo succedere". FINIANI SEMPRE PIU' A SINISTRA - Ancora una volta i finiani sembrano molto più vicini alla sinistra che al Pdl. Per l'onorevole Carmelo Briguglio "non si può buttare tutto a complotto o macchinazione dei magistrati. E’ una situazione che investe il presidente del Consiglio e l’immagine del nostro Paese nel mondo. Non si può chiedere al presidente del Consiglio che si dimetta ma che il premier di fronte a queste accuse dia spiegazioni al Paese e al mondo. Che dia spiegazioni pubbliche e che vada dai magistrati a difendersi". Insomma la pattuglia futurista, sposando in pieno la verve giustizialista, vuole Berlusconi alla sbarra. FRATTINI: "STABILITA' CON BERLUSCONI O URNE" - Il ministro degli Esteri Franco Frattini invoca la stabilità: "Noi abbiamo iniziato una legislatura con Berlusconi - dice il capo della Farnesina - perchè gli elettori l’hanno chiamato a governare il Paese. Se questo non dovesse essere più, io credo che non ci siano alternative. Se non ci si lascia governare, il voto è l’unica alternativa. Io mi auguro che questo non sia il caso, perchè l’Italia ha bisogno di stabilità". Commentando il caso Ruby, poi, Frattini si dice "preoccupato perché nel mio Paese si viola la privacy, diritto fondamentale dell'Europa. Noi stiamo celebrando una fase del processo davanti ai mezzi d’informazione". NAPOLITANO INVITA ALLA CALMA -  Nella mattinata di martedì il primo a esprimersi era stato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in una nota ufficiale si dice "ben consapevole del turbamento dell’opinione pubblica dinanzi alla contestazione di gravi ipotesi di reato, e dinanzi alla divulgazione di numerosi elementi riferiti ai relativi atti d’indagine". Viene palesato, dunque, il fastidio per la rapidissima e capillare diffusione degli atti di indagine. Il messaggio poi continua: "Senza interferire nelle valutazioni e nelle scelte politiche, si auspica che nelle previste sedi giudiziarie si proceda al più presto ad una compiuta verifica delle risultanze investigative". PD: "SILVIO SI DIMETTA" - L'opposizione si scatena e torna per l'ennesima volta, a chiedere ostinatamente le dimissioni del Presidente del Consiglio. E' la richiesta che lunedì aveva avanzato Nichi Vendola e che oggi ripetono gli esponenti del Partito democratico, Dario Franceschini e Pier Luigi Bersani: "Berlusconi si liberi, e ci liberi, dall’imbarazzo. Vada a farsi giudicare - accusa il segretario - si dimetta e affidi il percorso al presidente della Repubblica e al Parlamento se ha un minimo di consapevolezza della situazione". Risponde subito il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, secondo cui "Bersani, Franceschini e compagni hanno gettato la maschera e ora vorrebbero rovesciare il voglio degli italiani, cacciare chi è stato eletto e confermato, e non ridare la parola agli elettori, ma insediare un governo non legittimato dal consenso".