Frattini: "Tunisia verso tranquilla transizione"
La situazione in Tunisia si avvia verso la normalizzazione, con un nuovo governo dopo la fuga in Arabia del presidente Ben Ali. Il direttore di Libero Maurizio Belpietro ne ha parlato con il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, ospite di 'La telefonata' su Canale 5. Ministro, quali informazioni arrivano da Tunisi? "Si è formato un governo di unità nazionale con esponenti dell'opposizione e ministri del vecchio governo Ben Ali ma al di sopra di ogni sospetto per atti di repressione. Poi ci sono anche personalità indipendenti, come il rappresentante dell'associazione degli avvocati, nuovo ministro della giusitizia. Ma è un governo temporaneo, in attesa delle elezioni libere". Sarà dunque una transizione tranquilla? "Sì, è stato anche soppresso il ministero per l'informazione nazionale, che sovrintendeva al blocco informativo voluto dal precedente regime. Sarà una transizione normale che l'Italia incoraggia e sostiene, come spero tutta l'Europa". Lei ha parlato di stampa libera. Una novità in Nord Africa... "Già. E' stato raggiunto un compromesso molto buono tra garanzia della libertà e il cambiamento inevitabile". Si riaffaccia però il fantasma del fondamentalismo islamico. "Il pericolo c'è in tutto il Nord Africa, non solo in Tunisia. Algeria, Marocco, Egitto hanno subito attentati terroristici molto gravi. Dobbiamo aiutare questi governi a tenere la barra dritta contro il fondamentalismo. A Tunisi l'idea di coinvolgere nel governo il partito islamista è tramontata, per fortuna". Qualcuno ha detto che Ben Ali è atterrato a Cagliari prima di volare in Arabia. E' vero? "No, non abbiamo ricevuto alcuna richiesta ufficiale. L'aereo atterrato in Sardegna nella notte tra venerdì e sabato scorso era vuoto". Ci sono rischi per gli italiani? "No. Nei giorni scorsi abbiamo curato il rientro di circa 700 italiani che volevano tornare in Italia. In questo momento abbiamo protetto un circo italiano che a ore faremo imbarcare". Come sono i rapporti economici con la Tunisia? "Abbiamo ottimi rapporti commerciali. Alcuni imprenditori non abbandoneranno la Tunisia, perché non ci sono condizioni di pericolo". Altri Paesi dell'area mediterranea, come la Giordania, sono a rischio insurrezione. Che fare? "Non dobbiamo avere atteggiamenti paternalistici, sono Paesi maturi. Non possiamo mai entrare e dire loro quello che si deve fare". Intanto in Italia, con l'indagine della Procura di Milano sul premier Berlusconi, si riaffacciano voci di elezioni e governi tecnici. Cosa ci aspetta? "E' un errore il principio secondo cui un magistrato possa dettare il tempo delle elezioni con una indagine che si rivelerà infondata. Il presidente del consiglio sta facendo bene, deve tenere duro. E' una grande montatura, offensiva nei confronti di persone non indagate. C'è stata una violazione della privacy mai vista, nemmeno per grandi reati del crimine organizzato".