Il Papa: contro la crisi

Dario Mazzocchi

Non bastano “i rattoppi”, perché di fronte alla crisi economica internazionale occorre una lettura profonda: lo ha chiesto Benedetto XVI durante l’Angelus di questa mattina in piazza San Pietro, così come aveva già fatto nel corso dell’omelia della messa di inizio anno, celebrata nella Basilica vaticana. Ai responsabili delle nazioni e degli organismi internazionali, il Papa ha offerto “il contributo della Chiesa cattolica per la promozione di un ordine mondiale degno dell’uomo”. “Il mio primo obiettivo è proprio quello di invitare tutti, governanti e semplici cittadini, a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e ai fallimenti, ma di rinnovare il loro impegno”, ha continuato, dal momento che “la seconda parte del 2008 ha fatto emergere una crisi economica di vaste proporzioni. Tale crisi va letta in profondità, come un sintomo grave che richiede di intervenire sulle cause”. Da questo presupposto arriva l’appello a mettere i poveri al primo posto: “Non basta, come direbbe Gesù, porre rattoppi nuovi su un vestito vecchio. Mettere i poveri al primo posto significa passare decisamente a quella solidarietà globale che già Giovanni Paolo II aveva indicato come necessaria”, facendo coincidere “le potenzialità del mercato con quelle della società civile”. Un filo conduttore che ha legato le celebrazioni del Te Deum di ieri notte e quelle di questa mattina: nella veglia, infatti, il pontefice aveva fatto riferimento alle nubi che offuscano il 2009 e stamane ha pregato perché vengano affrontate con “solidarietà e sobrietà”.