Marchionne su Mirafiori: "Col 'no' vado in Canada"
Fiat annuncia la salita dal 20% al 25% di Chrysler. Lo ha riferito Sergio Marchionne, amministratore delegato del Lingotto, parlando dal Salone dell'Auto di Detroit, per poi aggiungere, spostando il fuoco sulle materie interne all'azienda, "che a Mirafiori ci sono molte alternative". L'annuncio ufficiale della salita al 25% ha provocato un'immediata reazione in Borsa: le azioni di Fiat hanno guadagnato l'1,41%, a 7,55 euro, la parte Industrial lo 0,42%, a 9,64 euro. Intervenendo a "Porta a Porta", la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha affermato: "Fiat e Confindustria sono sulla stessa sponda. Quello di Mirafiori è un accordo importante che non lede affatto i diritti e spinge a fare più produttività e a dare più salario ai lavoratori". SCALATA SU CHRYSLER - Marchionne ha confermato che "ci sono le condizioni per salire al 51% di Chrysler, in quanto Fiat ha le risorse finanziarie per farlo anche adesso, se necessario". Il manager italocanadese ha quindi spiegato che è stata adempiuta la prima condizione necessaria per l'aumento della quota, quella relativa alla certificazione del primo motore con tecnologia Fiat per l'uso in America. Nelle scorse settimane l'ad aveva definito "possibile ma non probabile" l'ipotesi di una partecipazione di Fiat al 51% di Chrysler già nel 2011. Marchionne ha anche smentito possibili voci di cessioni: "Per il momento non vendiamo nulla: zero cessioni e anche il discorso Ferrari è chiuso, non si vende niente. Fiat può fare quello che deve fare con Chrysler anche senza vendere niente". Subito dopo è intervenuto anche il presidente della Fiat John Elkann: "Ci teniamo stretto tutto. Abbiamo investito troppo e non vendiamo anche se ci offrono un sacco di soldi", ha detto. LE QUOTE ATTUALI - Attualmente, le quote di partecipazione in Chrysler Group sono: Uaw Veba (il sindacato dei lavoratori a stelle e strisce) 63,5%; Fiat 25,0%; Tesoro Usa 9,2%; Governo Canadese 2,3%. La prima applicazione sul mercato nord americano del motore 1.4 Fire con tecnologia MultiAir sarà sulla nuova Fiat 500, la cui distribuzione da parte di Chrysler Group inizierà a breve attraverso i nuovi concessionari. Fiat potrà ulteriormente aumentare la propria quota in Chrysler sino al 35%, in tranche del 5%, attraverso il raggiungimento di due ulteriori Performance Events. Il primo evento si riferisce all’aumento dei ricavi e delle vendite al di fuori dell’area Nafta. Il secondo riguarda la produzione commerciale negli Stati Uniti di una autovettura basata su una piattaforma Fiat con prestazioni di almeno 40 miglia per gallone. Per quanto riguarda l’Alfa Romeo, invece, tornerà negli Stati Uniti probabilmente nel 2012. "MIRAFIORI, PRONTI AD ANDARE ALTROVE" - L'ad del Lingotto è tornato sul referendum sul contratto di lavoro a Mirafiori, ribadendo che "a Mirafiori ci sono le condizioni per investire, ma se non prevarrà il sì abbiamo moltissime alternative. La mia proposta", ha continuato, "è di una chiarezza incredibile. Lo sviluppo del piano industriale per Mirafiori è assolutamente chiaro. A Mirafiori vogliamo introdurre una piattaforma e una serie di modelli per mantenere l’occupazione al massimo livello possibile. Vogliamo mandare avanti la fabbrica e l’indotto. Cerchiamo di parlare di questo e non di altro. Non ho altre ambizioni al mondo. Voglio fare vetture e farle bene". Marchionne si augura che il buon senso vinca: "Sono fiducioso, spero prevalga il senso di responsabilità". Altrimenti si può investire altrove: "Se volete che non facciamo l’investimento a Mirafiori - ha rincarato - ditelo e andiamo altrove. La scorsa settimana ero in Canada, a Brampton, per lanciare il Charger 300 della Chrysler. Là c'è un senso di riconoscimento per gli investimenti che abbiamo fatto e vogliono anche il terzo turno. Trovo geniale che la gente voglia lavorare e fare anche il terzo turno. Ci hanno invitato ad investire e ad aumentare la capacità produttiva". "CI BASTA IL 51%" - "Il nostro obiettivo è quello di avere il 51%" al referendum del 13 e 14 gennaio per portare avanti l'investimento nel sito di Mirafiori. Se non si raggiunge il 51%, ha detto l'ad, "salta tutto e andiamo altrove. Fiat ha alternative nel mondo, aspettiamo di vedere cosa succederà giovedì e venerdì e se il referendum non passerà ritorneremo a festeggiare a Detroit". FIOM CONTRO IL PD - La partita su Mirafiori è "ancora aperta, e può essere vinta e risolta solo positivamente". Così almeno la pensa Maurizio Landini, il segretario della Fiom, il sindacato metalmeccanico intransigente sul nuovo contratto di lavoro, sull'altro grande tema che la casa di Torino deve affrontare in questi giorni. Landini poi attacca il Partito Democratico, lacerato dalle divisione interne anche sulla posizione da tenere sulla vertenza: "Il Pd prenda una posizione univoca". "NON FACCIAMO BARRICATE" - Maurizio Landini infine vuole ribadire un concetto: "Siamo il sindacato che firma più accordi nel Paese". Respinge così, o almeno ci prova, l'etichetta di sindacato che non sigla gli accordi, affibiata alle tute blu della Cgil dopo le barricate erette contro l'accordo di Mirafiori. Nella mattinata di lunedì 10 gennaio era stato il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che intervistato da Maurizio Belpietro ha affermato che "la Fiom non fa più attività sindacale, ma politica per alzare la tensione". LA STELLA A CINQUE PUNTE - Sergio Marchionne ha approfittato dell'occasione anche per commentare il ritrovamento, a Torino, delle scritte minacciose contro di lui. "Sono di sicuro fuori posto e riflettono una mancanza di civiltà che credo non sia opportuna per l’Italia - ha detto l'ad Fiat. Siamo fiduciosi - ha aggiunto - che l'aspetto razionale prevalga. Lasciamo fuori l’ideologia politica e facciamo qualcosa di buono per l’azienda e per i lavoratori come vogliamo fare a Mirafiori". Intanto, dopo quelle comparse domenica, sono comparse altre scritte contro l'ad del Lingotto. Le frasi sono apparse sui muri di Porta Palazzo, in via Nizza e nella centrale via Po. Su nessuna di esse era, però, presente la stella a 5 punte rinvenuta sul cavalcavia di corso Sommellier, mentre accanto ad alcune, come quella di via Po ("Marchionne infame"), è stata tracciata la "A" degli anarchici.