Saldi milanesi: a caccia dell'offerta soprattutto gli stranieri
Giovedì 6 gennaio si è aperta ufficialmente la stagione dei saldi nella capitale della moda, Milano, anche se alcune grosse catene avevano anticipato l'evento con "vendite speciali", sperando di catturare qualche cliente in più. Secondo il Codacons nel capoluogo lombardo il 75% degli esercizi commerciali già dal 2 gennaio è partito con i saldi "di sottobanco", e 21 di questi sono stati multati. Inutile dire che gli italiani adorano la caccia ai prezzi bassi e la attendono per gran parte dei grandi acquisti annuali. Dopo una stagione di rinuncia da parte dei consumatori e di delusione da parte dei commercianti, ci si aspetta che gli sconti portino una ventata di ottimismo negli esercizi commerciali di tutta la penisola. Seguendo un copione ormai consolidato sono soprattutto gli stranieri, giapponesi, russi, spagnoli, oltre ai milanesi, ad essersi presentati all’appuntamento con lo sconto fin dal primo mattino. LE PREVISIONI - I meneghini spenderanno circa 510 milioni di euro. E’ questa la previsione di Federmodamilano (Unione Confcommercio), che calcola un acquisto medio a persona di circa 200 euro, e ricavi in crescita rispetto ai saldi 2010, "perché si stima che più famiglie acquisteranno in saldo, e quasi la totalità dei negozi farà i saldi". Gli sconti medi -secondo la stima- saranno del 40%, superiori ai saldi invernali 2010. "Dopo una stagione autunno-inverno difficile per il comparto moda con solo una "ripresina" dopo metà dicembre per quanto riguarda soprattutto gli accessori d’abbigliamento, le aspettative sono abbastanza ottimistiche in considerazione delle scorte di invenduto ancora piuttosto elevate", afferma in una nota Renato Borghi, presidente di Federmodamilano e vicepresidente Unione Confcommercio Milano. Con l’avvio dei saldi invernali 2011 -ricorda il comunicato- ritorna la tradizionale iniziativa dei "Saldi chiari" promossa da Federmodamilano e Unione Confcommercio in accordo con le associazioni dei consumatori. DATA STANDARD - I saldi di quest'anno sono iniziati con quattro giorni di ritardo rispetto al 2010. Ma i negozianti fanno sapere che a Palazzo Marino si è cominciato a discutere di una data fissa per l'inizio delle svendite: dal 2012, i saldi dovrebbero cominciare il 6 gennaio, come si è già fatto quest'anno. Infatti c'è chi, come il direttore del megastore Benetton di Corso Buenos Aires, si lamenta per i mancati guadagni causati dai quattro giorni di ritardo.LE VENDITE - Le code fuori dai negozi delle grandi griffe "Made in Italy" di Corso Venezia, Via della Spiga, via S. Andrea e Via Monte Napoleone sembrano confermare la previsione di chi si aspettava una ripresa delle vendite con l'inizio degli sconti. Ai fanatici dello shopping low-cost fanno gola soprattutto i prodotti nazionali . Tutti i negozianti sono ottimisti e concordano sull'utilità dei costi dimezzati o ridotti del 30% per integrare il fatturato della stagione. Gettonatissimi da persone di ogni età, i negozi di abbigliamento, seguiti da quelli di calzature, biancheria intima, accessori e pelletteria, ma sono ambite anche le offerte di biancheria per la casa. LA CRISI - A dispetto di quello che ci si aspetterebbe, molti negozianti dichiarano che, nonostante il momento difficoltoso per le tasche dei cittadini, le vendite stagionali non sono andate male. Il direttore di Benetton di Corso Buenos Aires registra per quest'anno un giro d'affari in pari rispetto al 2009. Inoltre il direttore vendite di Upim in Corso Buenos Aires, si dichiara soddisfatto per l'impatto che la nuova tipologia di megastore (appena rinnovato in versione "Pop") sta avendo sulla clientela. Gabriel Meghnagi dell'Associazione Commercianti di Corso Buenos Aires e Vie Limitrofe, invece rimarca come la tendenza generale si sia assestata intorno a un -10/15% rispetto al fatturato del 2010. GLI STRANIERI - La presenza di acquirenti provenienti dall'est europeo si osserva facilmente camminando per le strade milanesi. Lo ribadiscono anche molti negozianti, che servono un gran numero di russi, turchi, arabi e giapponesi. "Gli stranieri comprano anche quattro o cinque paia di scarpe alla volta", afferma una commessa di Vergelio, prestigioso negozio multimarca di calzature in Corso Vittorio Emanuele. L'apprezzamento da parte del cliente estero suggerisce anche di investire nell'apertura di nuovi punti vendita fuori dall'Italia, nello specifico nell'est europeo, come confermato dal direttore del maxistore Benetton di Corso Buenos Aires. di Cristina Dei Poli