Morte Miotto, il generale: "Sempre stessa versione"

Giulio Bucchi

"L'alpino Matteo Miotto è stato colpito dal proiettile di un cecchino". A dirlo è il generale Vincenzo Camporini, capo di Stato maggiore della Difesa, che al Corriere della Sera ha sottolineato: "Non abbiamo mai cambiato versione". Ricostruendo l'episodio che ha portato alla morte del caporal maggiore Miotto lo scorso 31 dicembre nel Gulistan, in Afghanistan, Camporini spiega che "un gruppetto di aggressori ha cominciato a sparare da lontano con i fucili" contro la base italiana, "uno scambio di colpi come ne avvengono di frequente". "Purtroppo - prosegue - uno di loro appostato in un angolo nascosto ha esploso un colpo che ha centrato l'alpino Miotto, il quale si trovava in quel momento in una posizione elevata, in cima a una torretta. Un proiettile solo, un tiratore isolato, che non sappiamo se per la sua abilità o per pura fortuna, ha preso in pieno il nostro caporal maggiore. Tecnicamente, questa si chiama opera di un cecchino". Il generale risponde così, più o meno direttamente, al ministro della Difesa Ignazio La Russa che nelle scorse ore si è lamentato della scarsa chiarezza sull'accaduto da parte delle autorità militari. "Non abbiamo nascosto nulla - sottolinea Camporini, qui prendendo le difese del ministero -. E' dai tempi di Ustica che la Difesa viene accusata ingiustamente di comportamenti oscuri. Ne sono offeso e per questo sono felice che il mio incarico sia giunto al termine. Fra meno di due settimane vado in pensione".