Contro Battisti puntano il dito anche i suoi ex compagni: "L'ho visto uccidere"
Contro Cesare Battisti puntano il dito anche i suoi ex compagni. Certo, non è una novità, ma è importante che tornino a farlo nei giorni che hanno seguito la mancata estradizione del terrorista rosso, a cui il Brasile continua a riconoscere lo status di rifugiato politico. Intanto, dopo le proteste di martedì 4 gennaio, continua la campagna di Libero per ottenere l'estradizione dell'omicida condannato all'ergastolo. ADERISCI ALLA CAMPAGNA "IL PIU' FURBO DI TUTTI" - "Penso che Battisti sia stato il più furbo di tutti. Lui non era un personaggio del livello di Renato Curcio e neppure di Valerio Morucci, ma ha fregato tutti e ora probabilmente si godrà la vita senza avere mai pagato per le sue colpe". Questo il tranciate commento di Pietro Mutti, 56 anni, ex compagno di Battisti nei Pac, i Proletari armati per il comunismo. Mutti è l'uomo che trent'anni fa guidava il commando che fece evadere il terrorista conteso fra Italia e Brasile. E oggi racconta a Panorama quegli anni in un'intervista pubblicata sul numero in edicola da venerdì 7 gennaio di cui il settimanale ha fornito un'anticipazione. "L'HO VISTO UCCIDERE COI MIEI OCCHI" - Mutti è stato uno dei fondatori dei Pac, poi si è pentito ed ha deciso di collaborare con la giustizia: le sue dichiarazioni hanno contribuito a far condannare Battisti per quattro omicidi. "L'ho visto con i miei occhi uccidere il maresciallo Antonio Santoro quella mattina a Udine", racconta Mutti. "Battisti ed Enrica Migliorati (una studentessa, anche lei membro dei Pac, ndr) stavano abbracciati come due fidanzati davanti alla casa di Santoro. Quando il maresciallo è uscito, Battisti gli ha sparato da dietro. Non ho dubbi. Fu lui a sparare, a scegliere il bersaglio con Arrigo Cavallina (entrambi avevano conosciuto Santoro in carcere, ndr), a fare i sopralluoghi, a portare via le armi in treno dopo l'agguato". Mutti sostiene che Battisti sia stato anche l'autore materiale del delitto dell'agente Andrea Campagna. "Lo confermo", dice Mutti, "il suo ruolo me lo confidò lui stesso". "NESSUN PERICOLO FISICO" - Non sono "fondati" né "motivati" i supposti "pericoli fisici" che, a detta dell'ex presidente del Brasile Lula, Cesare Battisti correrebbe se venisse estradato in Italia. Lo afferma Italo Ormanni, consulente giuridico sulla vicenda del del ministro della Giustizia Angelino Alfano. Ormanni auspica che il nuovo presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ritorni sulla decisione del suo predecessore: d'altronde, ricorda il magistrato fino al mese scorso a capo della Direzione degli affari giudiziari di Via Arenula, "durante la sua campagna elettorale la Rouseff disse che se fosse stata eletta il suo primo provvedimento sarebbe stato quello di dare esecuzione alla sentenza del Supremo Tribunal Federal e, quindi, di estradare Battisti. Deve contraddire se stessa?".