Roccella difende Sacconi

Dario Mazzocchi

Un caso di dominio pubblico al punto che il ministero aveva l’obbligo di chiarire alcuni punti: Eugenia Roccella, sottosegretario del ministero del Welfare, quest’oggi ha voluto sgomberare il campo da qualsiasi perplessità e dubbi dopo che la clinica “Città di Udine”, che si è offerta per ospitare la Englaro, aveva fatto sapere di avere ricevuto pressioni dal titolare del dicastero, Maurizio Sacconi. Testualmente, a margine di un convengo per la presentazione di un progetto sulla promozione dell’accesso agli immigrati ai servizi sanitari, la Roccella ha dichiarato: “Il caso di Eluana Englaro è un caso pubblico e il ministero non ha potuto fare a meno di mettere in chiaro alcuni aspetti”, sottolineando che “non c'è mai stata volontà di intromissione nella sfera privata, abbiamo sempre cercato di rispettare la famiglia che, peraltro, in alcuni momenti ha parlato pubblicamente”. Ha comunque invitato a “fermarsi a riflettere” sulla vicenda, mentre il dibattito non tende a spegnersi. Sit in contro Sacconi Per l’artista Moni Ovadia “stiamo assistendo a una guerra di religione sulla pelle di una persona e sul suo diritto alla dignità che non ha nessuna umanità, nessuna pietas, solo speculazione”. Ovadia era presenta questa mattina al sit in di protesta contro Sacconi. “Dobbiamo vivere in una teocrazia senza Dio? Perchè il parere di Dio non lo conosciamo...”, si è chiesto facendo riferimento all’atteggiamento della Chiesa cattolica che, per l’attore teatrale, si è rivelato “contestuale al suo intervento in Spagna contro un governo che legittimamente legifera. Ma la democrazia è per tutti, non solo per i credenti”. Non è stato da meno Fabio Mussi, leader di Sinistra democratica, pure lui tra quelli che protestavano: “Oggi siamo qui non per parlare del caso Eluana ma del caso Sacconi e delle sue minacce ai soggetti che possono applicare una sentenza della Cassazione su cui il governo non ha poteri sovrastanti”. Un atto “inaudito sul piano della legalità democratica per fare un favore agli integralisti che vorrebbero senza limiti di legge decidere sulla vita e sulla morte”. Per il segretario di Sd, Claudio Fava, quello di Sacconi si tratta di un atteggiamento “di rapina politica nei confronti di una dignità disarmata come quella di Eluana Englaro e della sua famiglia”. Movimento dei cittadini si rivolge al Tar Il Movimento difesa del cittadino (Mdc) è ricorso al Tar del Lazio contro la direttiva Sacconi in relazione al caso Englaro. L'atto del ministro del Welfare - spiega in un comunicato l'associazione dei consumatori - impone alle Regioni e alle Asl di non permettere la sospensione della nutrizione forzata, prendendo a pretesto il caso di Eluana Englaro. Per l'associazione, l'atto del ministro “è illegittimo e infondato perchè la riforma del Titolo V ha eliminato ogni riferimento all’interesse nazionale” e non permette al governo centrale ingerenze nelle materie di competenza delle Regioni.