Fini ora minaccia Libero: "Basta, vi denuncio"
I futuristi sul piede di guerra. Non hanno digerito l'editoriale del direttore di Libero, Maurizio Belpietro, sul "finto attentato" ai danni del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Un articolo che lunedì ha scatenato le reazioni della pattuglia futurista, che martedì si sono trasformate in minacce di denuncia. Prima Bocchino, e poi proprio Fini. GIANFRANCO - "In relazione a quanto pubblicato ieri ed oggi dai quotidiani Il Giornale e Libero, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha dato mandato di adire le vie legali a tutela della propria onorabilità". Questa la dichiarazione resa da Fabrizio Alfano, il portavoce del presidente della Camera. ITALO - "Questa è una persecuzione, chiederò alla Procura di Milano di indagare". Italo Bocchino non ha mezze misure e annuncia provvedimenti clamorosi. In un'intervista La Stampa, il braccio destro del presidente della Camera e leader di Futuro e Libertà attacca Libero e Giornale: "Ogni giorno violentano la verità, ho dato mandato al mio avvocato di preparare una denuncia contro il Giornale, che configuri la persecuzione con molestie insistenti, ossia lo stalking. E chiederò alla Procura che si valuti il ruolo dell'editore occulto del quotidiano, Silvio Berlusconi". Nel pomeriggio, Bocchino attacca direttamente Belpietro: "Prima di scrivere del presunto attentato doveva chiamare il portavoce di Fini per chiedere se era prevista una visita ad Andria a marzo. Prima di sparare fandonie sulla escort modenese doveva verificare attraverso la prefettura di Modena se Fini era stato lì nei periodi indicati da chi l'accusa. E così ha fatto la frittata che è sotto gli occhi di tutti. Sono abituato a pensare in maniera positiva: spero sempre che Belpietro si ravveda e che cominci a farlo chiedendo scusa a Gianfranco Fini per la cattiveria con cui ogni giorno lo accusa". Al giornalista Guido Ruotolo, Bocchino spiega che quella del Giornale sarebbe "una persecuzione" nei confronti suoi e della sua famiglia "per limitarmi nella mia libertà politica e in quella imprenditoriale di mia moglie". Quindi un messaggio diretto a Libero: "La persecuzione che hanno messo in atto sta giocando loro brutti scherzi. Di questo passo la politica sarà così avvelenata che gli italiani chiederanno il conto a chi ha voluto questo clima" GASPARRI CAUTO - "Già ieri queste cose mi sono sembrate strane. Limitiamoci al confronto politico. I temi estranei alla politica devono rimanere fuori". Lo ha affermato il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, conversando con i giornalisti sugli articoli di al centro dell'attenzione. Gasparri ha poi sottolineato che "lo stesso Belpietro è stato sentito dalla magistratura". SEGRETO SULLA FONTE - Il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, sentito lunedì dal procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, non ha rivelato al pm la sua fonte e adesso aspetta che sulla vicenda indaghi la magistratura. Lo ha spiegato lui stesso, raggiunto al telefono. Belpietro non si aspetta "nessuna evoluzione" della vicenda, quanto piuttosto "che facciano indagini su fatto che non potevo non raccontare", anche in considerazione del "rilievo" delle persone coinvolte. "Ho raccontato i fatti per come mi sono stati riferiti", ha aggiunto il direttore, precisando anche "di non aver fatto il nome della propria fonte", che gli ha chiesto di restare riservata, vincolandolo al segreto professionale. IL GIALLO DELLA SCORTA - In tutta questa storia, trova posto anche Alessandro M., il caposcorta del direttore di Libero. Secondo il Giornale, sarebbe stato destinato ad altro incarico dai vertici della Questura di Milano "a causa di uno stato di stress". Oggi il suo legale, avvocato Luca Messa, annuncia azioni legali nei confronti del quotidiano di via Negri "per la difesa dei diritti" del suo cliente, che "continua a ricoprire il proprio incarico di scorta per il dottor Maurizio Belpietro". L'affermazione contenuta nell'articolo del Giornale, a firma Luca Fazzo, è quindi "assolutamente falsa".