Prestigiacomo e Bondi: due spine per il Cavaliere

Giulio Bucchi

Sandro Bondi e Stefania Prestigiacomo, ovvero le spine di Berlusconi. Sono loro, il ministro dei Beni culturali e quello dell'Ambiente, ad agitare gli equilibri all'interno del governo ed in particolare del Pdl. Bondi, criticatissimo e oggetto di una mozione di sfiducia in programma a gennaio, starebbe pensando di prevenire l'iniziativa parlamentare e rassegnare le proprie dimissioni. Decisive le polemiche sul decreto Milleproroghe da poco approvato, da cui è stato stralciato il Fondo unico per lo spettacolo. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha fissato a 258 milioni i fondi per la cultura, il mondo dello spettacolo, in un eccesso di assistenzialismo, ne chiede 400 milioni e per questo vuole la testa di Bondi. E non c'è solo la questione delle tasche vuote. A Bondi vengono imputate anche assenze e silenzi pesanti (vedi caso Pompei). Tutti sanno che non è solo colpa del ministro, ma la sua vicinanza a Berlusconi è diventata, alla fine, un fattore di svantaggio. CACCIA ALLE STREGHE - Politica e personale, invece, la crisi della Prestigiacomo. La scorsa settimana ha votato un provvedimento contro il governo, ha perso e dai banchi del Pdl è scoppiato il coro "Dimissioni, dimissioni". Lei, in lacrime, ha annunciato l'addio al partito ma non al governo, anche se Berlusconi ha assicurato che l'emergenza è rientrata. In un'intervista al Corriere della Sera, conferma in parte: "Con Cicchitto ci siamo spiegati ma certo non mi aspettavo di leggere, sul 'Giornale', una ricostruzione dei fatti alterata e un editoriale offensivo, palesemente ispirato da qualcuno che fa il direttore occulto. Un attacco personale, basato su fango". Il riferimento, esplicito, è a Daniela Santanchè. Ma il ministro per l'Ambiente parte al contrattacco: "Non prendo lezioni di fedeltà da nessuno. Sono nata politicamente con Berlusconi, morirò politicamente con Berlusconi. Certo, in questo Pdl mi sento sempre più a disagio. Si è creata un'atmosfera da caccia all'untore, quando ormai lo scenario è chiaro: Fini e il suo partito stanno all'opposizione, noi dobbiamo cercare di aprire al centro". La "caccia alle streghe" e la "bava alla bocca" non sono certo il modo migliore, ricorda la Prestigiacomo, di allargare la maggioranza. Per questo chiede a Berlusconi "di intervenire nel merito dei problemi. Nel partito, dove i giovani non possono essere sacrificati per sempre, dove non possono essere tre persone a fare e disfare. E nel ministero, che nel 2011 non può lavorare con un taglio al bilancio del 60%". Se le cose continueranno così, il ministro potrebbe presto fare rotta verso il gruppo misto, mai così affollato come in questi tempi.