Bielorussia, il trionfo dello "zar" Lukashenko

domenico d'alessandro

Alexander Lukashenko è stato rieletto al primo turno delle elezioni presidenziali in Bielorussia. Secondo la Commissione elettorale il leader uscente ha ottenuto il 79.67% delle preferenze. Avrebbe votato circa il 90.66% degli aventi diritto, pari a 5.122.866 cittadini. Nella notte almeno quattro candidati alle presidenziali sono stati arrestati insieme ad altre decine di persone: si tratta di Andrei Sannikov, Nikolai Statkevitch, Rygor Kastussev e Vitali Rymachevskii. Il loro fermo è stato annunciato dai rispettivi portavoce. Un altro oppositore al Presidente, Vladimir Nekliaev, era rimasto ferito durante le manifestazioni di piazza di domenica sera: in nottata sarebbe stato prelevato dalla polizia mentre si trovava in ospedale. Stessa sorte per sua moglie, anche lei rimasta ferita durante la protesta. LE MANIFESTAZIONI - Dopo i primi dati sul voto, circa 10mila persone sono scese in strada nella capitale Minsk per protestare contro la scontata riconferma di Lukashenko, al potere da 16 anni. La polizia ha effettuato centinaia di arresti nella centralissima Piazza dell'Indipendenza. Alcuni manifestanti, intorno alle 24, avevano anche cercato di assaltare la sede del governo, ma erano stati respinti dalle forze dell'ordine a colpi di bastone e manganelli. Un giornalista presente nella zona ha affermato che la protesta avveniva con palle di neve, mentre a decine erano sdraiati per terra. LUKASHENKO RISPONDE - Alexander Lukashenko, è però tornato a parlare per esprimere apprezzamento per il rigore della polizia davanti "alla barbarie e alla distruzione" delle proteste dell’opposizione. In una conferenza in diretta tv con cui ha risposto alle critiche interne e internazionali dopo la rielezione a un quarto mandato, Lukashenko ha denunciato il "banditismo" dell’opposizione e ha assicurato che "non ci saranno rivoluzione o criminalità in Bielorussia" LA CARRIERA DI UN DITTATORE - Lukashenko è considerato da osservatori e difensori dei diritti umani come un governante paternalista e autoritario, mentre George W. Bush lo definì "ultimo dittatore d'Europa". Secondo il leader di Minsk, l'Unione Europea mette il suo Paese "sotto una pressione incessante, mentre la Russia - partner fondamentale per le forniture di gas e petrolio - "finanzia l'opposizione". E secondo lui gli oppositori sono "nemici del popolo che sono sempre là dove si può far male allo Stato". Sta di fatto che, da quando è lui al potere - ossia dal 1994 - molti suoi avversari sono scomparsi nel nulla. Per le elezioni presidenziali del 2006, anche quelle vinte ufficialmente con un plebiscito, circa l’83% dei voti, Lukashenko stesso ha riconosciuto tre anni dopo di aver falsificato i risultati: "Ho dato ordini perchè il risultato non fosse del 93%, ma dell’80% circa, perchè psicologicamente il 90% non funziona", ha detto a un quotidiano russo.