La crisi è del Pd. Vendola: "Pronto a essere leader"
Mentre alla Camera si decideva il destino del governo Berlusconi, Nichi Vendola celebrava la sconfitta del Partito Democratico. "Se si andrà alle urne, sono pronto a essere il leader del centrosinistra", ha detto il governatore della Puglia ai microfoni di La7. "Credo che la conta parlamentare sia ormai un fatto formale - ha proseguito -. Che ci sia una maggioranza risicata o che non ci sia, non muta la sostanza politica: il centrodestra che ha vinto le elezioni oggi non c`è più, siamo in un`altra stagione politica e il centrosinistra dovrebbe accorgersi che la sfiducia a Berlusconi e al suo governo è stata data dal Paese, per cui dovrebbe chiedere la possibilità di cambiare le regole del gioco, perché la legge elettorale non è riuscita neanche a garantire la stabilità di governo". Una mazzata a Berlusconi e una a Pier Luigi Bersani. Ma chi potrebbe risentirne di più è proprio il segretario del Pd alle eventuale, future primarie. BERSANI - Bersani, però, preferisce parlare di Berlusconi e del voto di fiducia. "Non cambia nulla, il governo così non ce la fa. La crisi politica esce drammatizzata". A chi chiede se il Pd non abbia sbagliato ad "allearsi" con Udc e Fli, il segretario risponde: "Abbiamo ottenuto il massimo che potevamo. La maggioranza aveva 60, 70 voti in più, oggi ne ha soltanto 3 in più". Anche per questo, la vittoria di Berlusconi "è una vittoria di Pirro. Siamo al governo Scilipoti-Razzi. Evidentemente si è verificata una vicenda totalmente scandalosa di compravendita di voti, che consegna al Paese un governo più debole e un'opposizione più ampia". Ora non resta che continuare "un'opposizione fermissima e dura" in Parlamento, perché "per un Paese nei guai, pensare al voto è da irresponsabili. Non c'è da cambiare una virgola su questo rispetto a lunedì".