Il terzo polo muore a Milano: Albertini, no a Fini
Dopo la Camera, Fini e i futuristi incassano un brutto colpo anche a Milano. Gabriele Albertini ha rinunciato a candidarsi a sindaco di Milano per il terzo polo. L'ex primo cittadino di Milano ed europarlamentare del Pdl era stato scelto da Fini, Francesco Rutelli e Pierferdinando Casini come candidato da contrapporre a Letizia Moratti (Pdl) e Giuliano Pisapia (Pd) per le prossime elezioni comunali. Sul suo sito, Albertini ha pubblicato la lettera inviata lo scorso 6 dicembre ai leader di Fli, Api e Udc: "Allo stato, non esistono tutte quelle condizioni, che, fin dall'inizio di questo nostro dialogo e ripetutamente, vi ho rappresentato come necessarie ed indispensabili perché mi senta e possa svolgere un ruolo utile e veramente efficace". In realtà, Albertini ribadisce l'apprezzamento per "le motivazioni del dibattito politico" che vede protagonisti gli aspiranti terzopolisti: "valori etici, nella vita e nella politica, il rispetto delle istituzioni, il culto della legalità, il riconoscimento del merito e la valorizzazione della professionalità". Ma fa un passo indietro, evitando di esporsi in prima persona. LE REAZIONI - La politica milanese (e nazionale) ha subito reagito. "Sono soddisfatto e contento della rinuncia di Albertini - festeggia il governatore della Lombardia Roberto Formigoni -, sono sempre stato scettico a riguardo". Anche il presidente della Provincia di Milano e coordinatore lombardo del Pdl, Guido Podestà, si dice soddisfatto: "Sarei rimasto sorpreso e amareggiato se avesse fatto il contrariO". Sicuro del no a Fini di Albertini anche il leader degli ex An a Milano, il ministro della Difesa Ignazio La Russa: "Gabriele è intelligente e non autolesionista". Letizia Moratti, "erede" a Palazzo Marino di Albertini, non commenta, mentre Roberto Caputo, vicecapogruppo Pd alla Provincia, esulta: "E' la sconfitta di un'ipotesi politica, o meglio di una suggestione politica".