Il Nobel per la Pace all'assente Liu Xiaobo

domenico d'alessandro

Il Nobel per la Pace, da una parte, e una sedia vuota, dall'altra. Su quella sedia doveva trovare posto Liu Xiaobo, il vincitore del 2010, colui che la Fondazione ha indicato come l'uomo della Pace per quest'anno. Un dissidente del regime cinese, nonché l'uomo dello scandalo per le autorità di Pechino. Che temono che la sua battaglia possa togliere lo strato di polvere dalla censura, dalle torture, dalle operazioni più o meno nascoste che il governo centrale mette in atto contro la periferia e, più in generale, contro chiunque la pensi diversamente. Negli ultimi giorni la Cina ha minacciato più o meno espressamente tutto il mondo, non dovevano inviare i vari rappresentanti a Oslo. La maggior parte, però, ha fatto finta di non sentire, oppure ha sentito fin troppo bene da rispedire al mittente la "minaccia". Afghanistan, Algeria, Arabia Saudita, Cuba, Egitto, Filippine, Iraq, Iran, Kazakhstan, Marocco, Pakistan, Russia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Venezuela e Vietnam, oltre alla Cina, hanno ritirato i propri uomini dalla cerimonia. Serbia e Ucraina ci hanno ripensato nelle ultime ore, e sono presenti. Hanno assistito, insieme agli altri Paesi, alla sola deposizione del diploma e della medaglia d’oro del premio sulla sedia vuota di Liu Xiaobo: non essendoci nessun suo familiare o delegato, il premio e l'assegno da 1,5 milioni di dollari rimarranno a in Norvegia. A compiere questo rito è stato il presidente della giuria del Nobel per la Pace, Thorbjoern Jagland. Nella sala delle feste al palazzo del Municipio di Oslo si è svolta la cerimonia. All'esterno del Parlamento una cinquantina di cinesi residenti in Norvegia stanno manifestando contro il Nobel a Xiaobo, già bollato come "criminale". Barack Obama, vincitore del Nobel per la Pace nel 2009, ha dichiarato che il suo "erede" merita il riconoscimento "molto più di me". Il governo di Pechino, oltre a rafforzare i limiti al web imposti da anni, hanno bloccato sui motori di ricerca anche le parole "sedia vuota" e "Oslo". Probabilmente è, questo, l'ennesimo motivo per cui Xiaobo merita il Nobel.