Il Servizio Pubblico secondo Luciana Littizzetto

domenico d'alessandro

Questa volta ha esagerato. Siamo abituati alla sua "simpatia" travolgente - e a senso unico - che fa uso, senza troppe remore, di parolacce e termini volgari. Ma questa volta Luciana Littizzetto ha esagerato. Non solo in volgarità, ma anche in populismo, con un attacco durissimo nei confronti del governo. Nel corso della puntata di domenica 6 dicembre di "Che tempo che fa", la comica torinese ha parlato come sempre di politica, sfruttando l'assoluta libertà di parola offertale dal conduttore Fabio Fazio. Partendo da Pompei: "Si sta sbriciolando come un wafer del discount. Bondi dice che non è colpa sua, che è colpa delle condizioni meteorologiche. Ma minchia - ha sbraitato testualmente - sono 2000 anni che piove, adesso è colpa della pioggia? Pompei ha resistito all'eruzione del Vesuvio, ora per quattro gocce di pioggia si sbriciola? Dire cavolate va bene, ma c'è anche un limite... bisogna dare un'interdizione, un mio amico l'hanno interdetto per molto meno". E ancora, sulla scuola e sulla riforma Gelmini: "L'unica contenta è Maria-star. E' lì, rigida come uno stoccafisso, non fa una piega. Ora c'è la riforma: sicuramente ci sono delle cose giuste nella sua proposta di legge, ma non è un caso che ci sia tanta gente che manifesta. Saranno mica tutti sovversivi, saranno mica tutti pirla? Berlu ha detto che gli studenti veri sono a casa a studiare - ha proseguito Lucianina, come il fido Fazio l'ha soprannominata - Anche i Presidenti del Consiglio veri sono in Parlamento a legiferare, invece di pensare a chi invitare a cena". Fazio poi dà un assist perfetto alla Littizzetto: "Il Parlamento, però, è chiuso", dice. Esultanza da parte della comica, che proprio a questo punto voleva arrivare: "Voglio dire un sacco di parolacce, ho una torta di parolacce dove merda è solo la ciliegina". E poi, via con l'attacco: "Ora chiudono le Camere fino al 14 dicembre. Sono sempre lì che dicono: 'Noi abbiamo a cuore il bene del Paese', 'A noi interessano i cittadini'.. e poi chiudono le Camere? Fatemi capire: il 14 dicembre riaprono le Camere per decidere se il Governo cade o no. Non possiamo deciderlo prima? Decidiamolo domani! Porgo la domanda in maniera raffinata - annuncia la Littizzetto - che cazzo aspettiamo fino al 14 dicembre? Chi se ne frega del calendario! Aspettiamo che Bossi cambi parrucchiere e la smetta di pettinarsi coi petardi? Aspettiamo che la Santanché si faccia controllare la pressione delle labbra?" La conclusione è pesantissima e tutt'altro che garbata: "Questi qua chiudono e poi se ne stanno a casa. C'è gente che a dicembre lavora 24 ore su 24! Va bene tutto, ma non state a casa a non fare una mazza! Andate a Pompei ad incollare i sassi con l'Attack. Cicchitto, Stracquadanio e Bondi vanno a pulire i cessi del Cottolengo, D'Alema si mette a vangare, Casini che è figo gli mettiamo un paio di pantaloni di pelle, fa la lap dance e tira su i soldi per la ricerca sulla Sla. Ma questo qua non era il Governo del fare? - tuona la comica - Ma minchia... fare, non grattarsi le balle, non chiudere tutto. Voglio vedere venti deputati che vanno a tirar su la fanga in Veneto, voglio vederne altri venti che vanno a  tirar su le macerie all'Aquila. Perché questi qua prendono lo stipendio e lavoreranno una settimana a dicembre, e prenderanno anche la tredicesima! Se noi gliela lasciamo passare questa volta - prosegue - poi a gennaio diranno che ci sono i saldi e devono chiudere, a febbraio c'è la disinfestazione dei pidocchi, a marzo le pulizie pasquali! Io li voglio vedere tutti all'inferno che spengono le fiamme col culo". I soliti discorsi da bar, insomma, con una bella dose di volgarità gratuita. Peccato che non sia un bar, ma sia la Rai, sia il Servizio pubblico, pagato con il canone da tutti i cittadini.