Giuseppe Di Bella shock: "Versace fu ucciso dalla 'ndrangheta"
L'anticipazione è di quelle pesanti. Nel 1997 Gianni Versace è stato ucciso dalla 'ndrangheta. La criminalità organizzata era arrivata fino a Miami per far fuori lo stilista. Il movente: debiti. La rivelazione è contenuta in Metastasi, il libro firmato dai giornalisti di Libero Gianluigi Nuzzi (autore del grande successo Vaticano Spa) e da Claudio Antonelli, responsabile della redazione economica. Le dichiarazioni di Di Bella - La criminalità organizzata calabrese aveva in pugno Versace, forniva droga alla famiglia dello stilista e aveva rapporti un po' con tutti gli imprenditori locali di Milano. Queste le dichiarazioni contenute nel libro rese da Giuseppe Di Bella, definito il "Buscetta della 'ndranghetà", il pentito numero uno dell’organizzazione. La puntata di Striscia la Notizia di giovedì 2 dicembre propone l'audio intervista realizzata da Nuzzi che contiene le frasi-shock. Secondo Di Bella lo stilista aveva stretti legami in particolare con Paolo De Stefano, il patriarca dell'organizzazione: "Rapporti di amicizia, di aiuti reciproci e finanziari, prestavano i soldi un po` a tutti. De Stefano mi ha detto che, in sostanza, lui aveva Gianni Versace nelle mani: lo gestivano sotto il profilo economico. Loro ce l'avevano in pugno, questo lo so per certo. Avere in pugno, significa fare tutto ciò che uno vuole: questo è un dato certo che non ho mai detto perché‚ nessuno me lo ha mai chiesto". Sempre secondo il teste, poi, "Coco Trovato, che rappresentava la famiglia De Stefano a Milano, forniva la droga alla famiglia Versace". Retroscena dell'assassinio - Il pentito svela poi alcuni retroscena dell`assassinio di Gianni Versace: "C`è stato un periodo in cui Coco Trovato aveva assunto una posizione di grande rilevanza, quindi aveva un potere economico imponente: è possibile che abbia potuto prestare dei soldi a Versace. Sulla base di questi elementi che sono a mia conoscenza posso immaginare che Gianni Versace sia stato ucciso per un problema di debiti". Infine la conclusione ancor più terribile di Di Bella: "La 'ndrangheta aveva rapporti un po` con tutti gli imprenditori locali di Milano. Gestivano tutto il mondo imprenditoriale a Milano. Era un progetto che coinvolgeva anche Cosa Nostra". La reazione della famiglia Versace - La famiglia Versace giudica "false e vergognose" le dichiarazioni del pentito. "Con riferimento alle anticipazioni di stampa circa il contenuto di un libro pubblicato dalla casa editrice Chiarelettere e basato su false e vergognose affermazioni di un membro pentito della 'ndrangheta", si legge in una nota del gruppo, "la famiglia Versace, insieme con la Gianni Versace Spa, diffidano dal riprendere tali affermazioni e si riservano ogni azione legale in sede civile e penale a tutela della reputazione dell’azienda e della memoria di Gianni Versace".