Pronto un blitz per arrestare Julian Assange
Caccia grossa a Julian Assange, e il thriller sembra sempre più rubato a un copione hollywoodiano. L'ultima: il fondatore del sito Wikileaks si nasconderebbe in un non meglio identificato luogo del sud-est Inghilterra. A rivelarlo è il quotidiano Times. Ma la fuga dell'uomo ricercato in tutto il mondo potrebbe essere agli sgoccioli. Per il blitz che si tradurrebbe in manette per il padre-padrone di Wikileaks manca solo la definitiva autorizzazione. Pronti al blitz - L'agenzia britannica Soca (Serious organised crime agency) avrebbe ricevuto un mandato internazionale, ma finora non ha autorizzato l'arresto di Assange. Fino a quando l'autorizzazione non sarà stata data, le forze di polizia non possono agire. Il ritardo pare essere di ordine tecnico: secondo le fonti citate l'agenzia britannica avrebbe bisogno di chiarimenti sul mandato di cattura europeo spiccato dai procuratori svedesi per Assange i quali però fanno sapere, per bocca di un portavoce, che da parte loro "non sussistono problemi". Anche il governo americano che sta cercando il modo di incriminarlo dopo la pubblicazione non autorizzata dei dispacci diplomatici statunitensi. L'avvocato - "Con il mio collega britannico Mark Stephens ed esperti internazionali, combatteremo i mandati di estradizione" se Julian Assange sarà arrestato, ha dichiarato Bjorn Hurtig, il legale di mister Wikileaks. L'avvocato si è rifiutato di dire o confermare dove si trova attualmente il suo cliente. Scotland Yard - L'Agenzia britanniaca per il crimine organizzato è in contatto da più di un mese con i legali del fondatore del sito internet Wikileaks, Julian Assange, nascosto nel sud-est dell’Inghilterra dallo scorso ottobre. Fonti della polizia hanno rivelato al quotidiano britannico Independent di avere il numero di telefono del fondatore di Wikileaks e di sapere esattamente dove si trovi. Il quotidiano britannico precisa quindi che Scotland Yard ha ricevuto il mandato di arresto spiccato dall’Interpol contro Assange per l’inchiesta avviata contro di lui in Svezia, ma non ha ancora autorizzato alcun provvedimento. Il ritardo sarebbe tecnico, secondo alcune fonti interpellate dall’Independent, in attesa di chiarimenti chiesti dall’Agenzia britannico sul mandato di arresto. Caccia grossa - Mercoledì, l’Interpol ha spiccato un mandato di arresto internazionale contro Assange, nell’ambito di un’inchiesta per "stupro e aggressione sessuale" aperta in Svezia. L’avvocato del fondatore di Wikileaks, Mark Stephens, ha bollato il mandato dell’Interpol come "una persecuzione". Anche la mamma di Assange, Christine, è scesa in campo per cercare di aiutare il figlioletto. In un’intervista al Times, l’avvocato afferma che Assange ha chiesto il permesso di lasciare la Svezia, ottenendolo, e ha più volte chiesto di poter incontrare il procuratore, Marianne Ny, che conduce l’inchiesta, ottenendo un rifiuto. "Invece, stranamente, lei ha spiccato un mandato di arresto internazionale per tenere isolato Assange senza garantirgli le dovute informazioni sulle possibili accuse e sulle prove a suo carico - ha sottolineato il legale - in 28 anni di attività non mi è mai capitato di imbattermi in qualcuno con un così scarso rispetto per gli obblighi di legge di un’inchiesta, nemmeno nei regimi totalitari del terzo mondo. Dal momento che la Svezia è un Paese civilizzato, sono costretto a dire a malincuore che si tratta di una persecuzione e non di un’indagine". L'intervista ad Assange, 1 parte L'intervista ad Assange, parte 2