Clinton infuriata: "Puniremo le spie"

domenico d'alessandro

Conferenza stampa bollente per il segretario di Stato Usa Hillary Clinton. E' intervenuta nel primo pomeriggio americano e le sue parole sono state diffuse in tutto il mondo, dopo la bufera Wikileaks che ha scombussolato l'informazione mondiale e preoccupato tutti i governi. E dalla Clinton giunge l'attacco diretto verso Julian Assange e il sito che hanno diffuso documenti pericolosi per l'intera "comunità internazionale": il segretario di Stato si è detta "profondamente dispiaciuta" per la mossa e ha affermato di volersi impegnare per evitare future rivelazioni: "Prenderemo misure aggressive contro chi ha rubato le informazioni". La Clinton, dichiarando che "non c'è niente di coraggioso nel mettere a rischio persone e operazioni di funzionari che hanno dedicato l'intera loro vita a proteggere la sicurezza e gli interessi degli americani", ha inoltre promesso che una fuga di notizie così clamorosa "non accadrà mai più". Secondo la Clinton, quella di Wikileaks è stata solo un'azione "per attaccare le alleanze e i negoziati già in marcia a livello mondiale e mettere a rischio la pace". La ex First Lady, ora esponente di punta dell'esecutivo di Barack Obama, ha esclamato: "Sono orgogliosa del lavoro dei diplomatici americani". I funzionari americani nel mondo "con il loro impegno aiutano a evitare guerre, a sviluppare l'economia mondiale e a sostenere gli interessi degli Stati Uniti". Riferendosi poi ai toni, fin troppo informali, emersi dai documenti, secondo la Clinton per i diplomatici americani, ma anche per i loro colleghi negli altri paesi, "è fondamentale avere conversazioni schiette". Il segretario di Stato ha assicurato che "la politica estera Usa non si gioca sulle e-mail ma qui a Washington. Si tratta di una politica pubblica che si riflette nelle nostre dichiarazioni e nelle nostre azioni nel mondo". Infine si sofferma sull'Iran, forse il maggiore "nemico" degli Usa negli ultimi anni: "Le preoccupazioni sull'Iran sono fondate e ampiamente condivise e continueranno a dettare la nostra politica che cerca di evitare che Teheran acquisisca armi atomiche".