Retromarcia di Fini, Bossi: "Ha paura"
Il giorno dopo il video di Gianfranco Fini, interpretato da molti come una "retromarcia", giunge l'attacco del leader della Lega Nord Umberto Bossi: "Penso che Fini abbia paura del voto ma non è l'unico. Anche la sinistra ha paura - dice il Senatùr - Però mica può andare in giro a dire che ha preso paura". Il filmato - La retromarcia di Gianfranco Fini arriva in videomessaggio. Il presidente della Camera ha parlato dal sito di Futuro e libertà alle 18 di giovedì pomeriggio, tendendo la mano a Berlusconi e al governo: "In Italia c'è una destra che è cosciente del grave momento in cui si trova il nostro Paese e che deve essere affrontato da tutti all'insegna della massima responsabilità". Inutile sottolineare che quella "destra" sarebbe proprio la nuova creatura politica di Gianfranco. "Nel momento grave che stiamo attraversando", ha sentenziato Fini, "serve la massima responsabilità, in primis da parte di chi ha l'onore e l'onere di governare". Proprio quella responsabilità da cui, con la fuorisciuta della pattuglia futurista, il presidente della Camera ha cominciato a sottrarsi. "Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà", ha poi aggiunto, dopo aver chiesto al premier di "onorare gli impegni della sua agenda". Gianfranco fa quadrato attorno al partito - "I militanti di Futuro e libertà non devono abbassare la guardia, ma anzi accelerare l'organizzazione del nuovo movimento, perché è arrivato il momento, per mille ragioni, di cambiare passo, di innestare una marcia più alta nel cammino di rinnovamenteo del nostro Paese". E' questo l'appello di Fini ai suoi militanti, dietro al quale si nasconde un atteggiamento meno aggressivo e spavaldo rispetto a quello di qualche giorno fa. Il presidente della Camera fa leva sul senso di identità del nuovo partito, come se avesse intuito che il giro del fumo potrebbe cambiare. Oggi infatti sia Silvio Berlusconi siaUmberto Bossi hanno mostrato ottimismo sul voto del 14 dicembre, e il piano di Fli per far cadere il governo potrebbe non avere un finale così scontato. Fini insomma ha cominciato a capire che potrebbe non avere i numeri per far cadere l'esecutivo, e con il messaggio video ha abbassato i toni dello scontro. Cominciano i tatticismi sul voto di fiducia. La conferma di Menia - Intervistato telefonicamente dal direttore di Libero Maurizio Belpietro a Mattino 5, anche Roberto Menia ha confermato il riavvicinamento. "Il momento è difficile, dimostreremo responsabilità", ha commentato il deputato ex Pdl ora Fli e uomo di fiducia di Fini, confermando che la sfiducia al governo in programma il 14 dicembre è tutt'altro che scontata. "Futuro e Libertà ha rivendicato la possibilità di criticare, ma non siamo nemici del governo". E alla domanda sul futuro della legislatura, Menia ha scommesso: "E' un pronostico da 1-x-2, ma possiamo arrivare alla fine". Che non è a marzo, ma nel 2013. "Forse Fini comincia a capire che Berlusconi è tutt'altro che bollito", ha subito inquadrato la situazione Fabrizio Cicchitto, il capogruppo del Pdl alla Camera. "Il rapporto con settori cospicui della società italiana rimane solido. Il governo mantiene forza in Parlamento e cambiare schiaramento politico è una autentica roulette russa", ha continuato Chicchitto. Che conclude: "Dichiararsi di centrodestra e condurre come è avvenuto finora una lotta senza esclusione di colpi contro la più grande forza politica di quello schieramento è una contraddizione grande quanto una casa. Non è accettabile l'intenzione di giocare al logoramento nel medio periodo". Ironico il portavoce Pdl Daniele Capezzone: "Mentre vedo e ascolto il videomessaggio di Fini, mi ritrovo a pensare che Italo Bocchino, in tutti questi mesi, gli ha fatto più danni di Giancarlo Tulliani". Non si è fatto attendere il commento di Pier Luigi Bersani. Per il segretario Pd "avere senso di responsabilità significa prendere atto che il governo non è in grado" di proseguire le sue attività. "Noi andiamo avanti. Gli altri", ha concluso sibillino, "valutino quello che devono fare". Bersani insomma non nasconde un po' di delusione per la frenata che è arrivata con il videomessaggio di Fini.