Balotelli ha il 10. Ora manca la lode

Giulio Bucchi

Da Pelè a Mario Balotelli. Il numero 10, nelle Nazionali, raramente è stata roba da "colored": quei pochi ce ce l'hanno fatta, sono passati alla storia del calcio. E' quello che proverà a fare anche Supermario, che da questa sera indosserà per l'Italia la maglietta più prestigiosa nell'amichevole di Klagenfurt contro la Romania. In mancanza di Cassano, il ct Prandelli ha deciso: le chiavi della Nazionale saranno nelle mani dell'ex Inter, oggi al Manchester City e domani, forse, al Milan. Un 10 perfetto, aspettando la lode. Contro la Romania, sotto esame anche i quattro debuttanti: Ranocchia e Balzaretti in difesa, l'oriundo Ledesma a centrocampo e Diamanti dietro le punte. Confermato Viviano in porta, si rivedono Santon sulla fascia (con Bonucci al centro) e Aquilani in mezzo (insieme a Mauri), con Rossi e SuperMario davanti. Incoronazione - E' lo stesso selezionatore a incoronare Balotelli: "I giocatori come lui hanno qualche cosa in più. Sono ragazzi di 20 anni che fuori dal campo si portano addosso le loro debolezze e fragilità. In campo, però, è un'altra cosa, sono maturi e rischiano la giocata". C'è il rischio che il talento del pallone nostrano senta la pressione: "Non credo - ribatte il tecnico -. Quanto a me non mi aspetto nulla di più delle cose belle fatte vedere fino ad ora in Premier League". Dove, per incisio, il giocatore ha brillato per la doppietta al West Bromwich Albion nella stessa gara che l'ha visto poi espulso per una sciocca reazione. Geni a colori - Colpi di classe e cadute di stile, da buon imprevedibile del calcio, da numero 10. In Nazionale, Balotelli eredita la maglia di Valentino Mazzola e Gianni Rivera, Giancarlo Antognoni e Roberto Baggio, fino a Francesco Totti e Alessandro Del Piero. Ancora più ristretta la schiera dei numeri 10 di colore. Prima di SuperMario, nell'Italia, ce n'era stato un altro: Fabio Liverani, nel 2007, anche se non era né fantasista né attaccante, ma (ottimo) regista. Tra i veri 10 spicca, O Rey, sua maestà brasiliana Pelè. E ilsuo  coetaneo Eusebio, perla negra del Mozambico "prestato" al Portogallo. In anni più recenti, dagli Ottanta, ecco le stravaganze ricciolute dell'olandese Ruud Gullit (più potenza, meno tecnica) e quella del colombiano Carlos Valderrama, lentissimo ma esteticamente perfetto. Per finire con Ronaldinho, grandissimo nel Brasile, col 10 e con l'11 sulle spalle. Ora tocca a Balotelli. Se vuole responsabilità, l'avrà.