E meno male che Silvio
La nave non affonda, ma i topi scappano: ed è uno spettacolo grandioso. Non è ancora accaduto nulla, Berlusconi vincerebbe le elezioni domattina, e non c'è vittoria o risalita impossibile che ogni volta non avesse previsto solo lui: ma la vulgata conformista dei giornalisti e dei politici ormai è galvanizzata, grida alla vittoria o alla sconfitta senza che la partita sia stata davvero giocata, e se non parli di «basso impero» o «25 aprile» o «ultimi giorni di Pompei» o altre stronzate beh, tu non cogli lo spirito del tempo, tu non capisci di politica: non li senti/da dietro quei monti/dei colpi non troppo lontani? Caro Silvio, lasciatelo dire: hai fatto un partito che fa schifo, a sceglierti gli uomini sei un incapace, quindi ora siediti e guardali, perché è grandioso: servi che accusano i maggiordomi, giuda che accusano i traditori, puttane che accusano le escort, camerati che fanno i terzomondisti, fascisti che preparano Piazzale Loreto. E son tutti figli tuoi. Ne hai fatte di stupidaggini, e le sconterai tutte, ma in questo momentino storico ormai deprivato di politica - perché l'avete abolita, la politica - lasciaci almeno il piacere del beau geste, la compiacenza di non avere da guadagnarci, la soddisfazione di avere finalmente qualcosa da perdere nel poterlo dire: che non ce n'è uno - dico uno, dico uno - di cui tu non sia spaventosamente migliore.