Saviano sparge fango e noia / Guarda i video

Michela Ravalico

Alla fine della fiera, come previsto, “Vieni via con me” - il programma di Roberto Saviano e Fabio Fazio - è andato in onda, beneficiando per altro di una fragorosa campagna promozionale, culminata ieri in un articolone su Repubblica dello scrittore, con consueto richiamo in prima pagina. Una bella marchettona con la scusa di anticipare i contenuti della prima puntata,  interamente dedicata alla “macchina del fango”. Cioè «un meccanismo fatto di dossier, di giornalisti conniventi, di politici  faccendieri che cercano attraverso media e ricatti di delegittimare i rivali». Il riferimento - diretto e limpido - era ai giornalisti vicini al centrodestra, fabbricatori di spazzatura al soldo di Silviuccio nostro. Non solo. Saviano ne ha approfittato anche per sparare sulla «Rai di Masi», la quale ha osato sollevare obiezioni sui costi del suo programma. Purtroppo, ha commentato affranto lo scrittore, in televisione c’è la dittatura degli ascolti, quando invece «bisognerebbe guardare alla qualità, alla necessità di un programma». Dunque la trasmissione sua e di Fazio è necessaria, e deve andare in onda a prescindere dal gradimento del pubblico. Perché, con tutta evidenza, enuncia agli italiani Verità Supreme sullo stato del Paese. Il monologo di Benigni sulle proprietà di Berlusconi Tra queste verità, l’abbiamo visto ieri, c’è anche la struttura della macchina del fango, moloch partorito dalla fantasia scoppiettante di Giuseppe D’Avanzo, penna affilata di Repubblica. Forse però D’Avanzo e Saviano non si sono accordati bene. Perché nel suo articolone, e successivamente nel corso della puntata, Roberto ha descritto un meccanismo molto simile a quello messo in piedi dal quotidiano di Ezio Mauro nei confronti di Berlusconiedi quanti lo circondano:«Delegittimare il rivale agli occhi della pubblica opinione,  cercare di renderlo nudo  raccontando storie su di lui, descrivere comportamenti intimi per metterlo in difficoltà, così che le persone quando lo vedono comparire in pubblico possano tenere in mente le immagini raccontate e non considerarlo credibile». Cribbio, Saviano ha  illustrato nel dettaglio la strategia con la quale Repubblica (ma anche, più recentemente, il Fatto Quotidiano, Michele Santoro e compagnia zufolante) ha cercato negli anni di abbattere il Cavaliere. Sbattendo per mesi in prima pagina le sue vicende di letto, ficcando il naso sotto le sue lenzuola, nelle sue faccende matrimoniali, scaricando tonnellate di rifiuti su di  lui onde renderlo ridicolo agli occhi degli italiani. Però di questo - non secondario - aspetto della trasmissione di Fazio e socio non si è accennato. L'elenco di Vendola sui modi per dire gay     Anzi, sono state mostrate le pagine di Libero e del Giornale, indicati come agenti del fango. Robertino ha declamato il suo discorso per minuti e minuti, paragonando l’attività dei giornali che non odiano il Cav a quella dei mafiosi che accoppano i giudici. Ha preso, neanche troppo velatamente, le difese di Fini, povera vittima della stampa berlusconiana per le note vicende di Montecarlo. Ma la ciliegina è stata posata al momento di parlare di attentati. Saviano ha citato Falcone, il quale all’indomani di un assalto fallito disse che in questo Paese, se attentano alla tua vita e per caso non muori, la colpa è tua. Sei tu che ti sei organizzato tutto. Guarda un po’, è la stessa accusa che oggi Santoro, il Fatto e gli altri compagnucci muovono al nostro direttore Maurizio Belpietro. Un uomo si è introdotto nel suo palazzo per sparargli, non lo ha colpito, dunque Belpietro viene trattato alla stregua di un millantat ore. Il metodo è lo stesso descritto da Falcone, che fu accusato di essere un pallista - dopo l’attentato fallito dell’Addaura - dall’area politica vicina a Leoluca Orlando. Ah, i ricorsi storici... Che cosa era necessario, dunque, agli occhi di Saviano? Mettere in piedi l’ennesimo programma con l’obiettivo di compiere una character assassination (altro termine coniato da D’Avanzo) nei confronti di Berlusconi. Oppure - come ha fatto Fazio con l’amica Angela Finocchiaro, parlare della prostituzione ai tempi dell’impero romano, con risatine sotto i baffetti per far intuire che sì, stiamo parlando di Berlusconi (Benigni, poco dopo, chiarirà il concetto sull’argo - mento escort). E se non si fosse per caso capito bene, ecco Daniele Silvestri a dedicare una bella canzone al “presidente”(e chissà chi sarà...).Però va riconosciuto: Saviano aveva ragione. Lui e Fazio la conoscono bene, la macchina del fango.Tanto che ne hanno costruita una perfettamente funzionante per bersagliare in prima serata Silvio Berlusconi e con lui il Carroccio («chi pensa, come la Lega, che spaccare il Paese sia un modo per renderlo più forte, dice un’idiozia»). Era di una noia pazzesca, per la verità. Retorica,mielosa, prolissa: una selva di parole in libertà, comizi politici a vanvera. Ma chi se ne frega. Il pubblico bisogna indottrinarlo, mica farlo divertire. Gli ascolti - Sono stati 7 milioni e seicentomila gli italiani che lunedì sera hanno visto la puntata d'esordio di Vieni via con me, il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano che, con ospiti Roberto Benigni e Claudio Abbado, in prima serata su Raitre ha raggiunto il 25.48% di share. Su Canale 5 la puntata del Grande Fratello è stata seguita da 4 milioni 850 mila telespettatori pari al 20% di share. La trasmissione ha registrato anche 18.019.000 contatti con una permanenza record del 42.30%.