Montecarlo, il giallo delle firme
L’inchiesta sull’appartamento di Montecarlo non è finita. I magistrati romani, il 20 settembre avevano detto che le firme del proprietario e dell’inquilino nella registrazione e nel contratto d’affitto “non erano identiche”. Per loro, quindi, Giancarlo Tulliani, cognato di Fini, e il padrone della casa non erano la stessa persona. Almeno fino oggi. Pierfilippo Laviani, pm romano titolare del fascicolo d’indagine, ha smentito tutto nella richiesta di archiviazione. Il magistrato ha scritto: “Il contratto di locazione intervenuto tra il locatore Timara ltd, priva dell’indicazione della persona fisica che lo rappresentava, e il locatario Giancarlo Tulliani, nato a Roma il 19 aprile 1977, reca sotto le diciture ‘locatore’ e ‘locatario’ due firme che appaiono identiche, così come quelle apposte sulla clausola integrativa”. Lo rivela il Giornale che, giustamente, si chiede: “Perché la procura, quel 20 settembre, diede alla stampa una notizia falsa?” Altri indizi – Oltre alle firme, una prova importante del caso è stata la lettera del governo di Saint Lucia, riconosciuta autentica dal ministro dell’isola caraibica, che identifica Tulliani come il reale beneficiario dell’offshore Timara e Printemps. Contro il cognato di Fini c’era anche una mail tra James Walfenzao, che firmò per Printemps l’acquisto dell’appartamento, e Michael Gordon, il titolare dello studio di Saint Lucia che ospita la sede delle due società offshore. Un documento che parla dello scontro tra il presidente della Consiglio e quello della Camera e si dice che la sorella del “cliente” ha un “forte legame” con uno dei due politici. Tra l’altro, le bollette della luce dell’immobile monegasco sono intestate a Tulliani ma domiciliate a casa Walfenzao.