Sanitopoli, Del Turco si sfoga: "Ho conosciuto l'inferno per colpa di Angelini"

domenico d'alessandro

Nuova udienza nel processo per "Sanitopoli", lo scandalo che è coinvolto la sanità abruzzese. Il principale imputato, l'ex Presidente di Regione Ottaviano Del Turco, oggi si è sfogato con i giornalisti: "Vincenzo Angelini sostiene di aver dato i soldi a un sacco di gente. Ma qual è la prova? La prova sono i telepass. Ma le prove non ci stanno. La montagna schiacciante di prove non è venuta fuori. Rimane la parola di Angelini e la cosa che più mi turba è di aver conosciuto l’inferno non perchè ho commesso degli errori ma perchè Angelini si era mangiato un patrimonio e non sapeva come giustificarlo". Nell'udienza, poi, la difesa di Del Turco ha contestato quanto sostenuto dall'ex re delle cliniche private nella regione sulle visite all'ex Presidente per le presunte dazioni di denaro. Visite che Angelini ha assicurato tramite la presentazione delle ricevute telepass. Il difensore di Ottaviano Del Turco, Giandomenico Caiazza, ha intanto ribadito la "manifesta incompetenza territoriale perché non c'è un solo atto che legittimi la competenza di Pescara". Secondo il legale dell'ex Presidente di Regione, "i reati più gravi, le concussioni, sono pretesamente avvenute a Collelongo o a Chieti, ma mai una volta sola a Pescara". Per Del Turco, ha proseguito l'avvocato Caiazza, "l'associazione per delinquere si realizza, secondo la stessa contestazione, in un primo atto adottato dalla giunta regionale a L’Aquila a dicembre 2005. Quindi, da qualunque parte andiamo a vedere gli atti, Pescara non c'entra assolutamente nulla. Le dazioni delle somme (per noi mai avvenute) secondo quello che dice Angelini sono avvenute ovunque tranne che a Pescara".