I Finiani bussano alla porta di Montezemolo
Se non è campagna elettorale poco ci manca. A poche ore dall'annuncio congiunto dato da Pier Luigi Bersani e da Nichi Vendola, intenzionati a dare vita alle primarie per trovare il condottiero Anti-Cav, anche i Finiani inaugurano la loro strategia per buttare giù dal trono Silvio Berlusconi. Per diventare "il vero centrodestra", l'intenzione di Fli è quella di dare vita a una squadra a quattro punte: Fini, Casini e Lombardo nelle vesti dei suggeritori e Luca Cordero di Montezemolo come vertice di questo nuovo schieramento politico. A illustrare questa strategia è stato Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, ospite della trasmissione di Radio2 "Un Giorno da Pecora". "Noi terzo polo? No, il nostro sarà il vero centrodestra, uguale a quello che c'è in Germania, Francia, Inghilterra e costituito da vari soggetti: Fini, Casini, Lombardo. Non sarà un centrodestra populista come quello di Berlusconi e Bossi, che ama usare toni forti per compattare i suoi e alimentare le divisioni del Paese". E il leader di questa nuova scuderia, secondo Bocchino, sarà il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. "Se scende in campo è senz'altro un'opzione. Ma le possibilità possono essere molteplici, ci può essere un leader di partito oppure si potrebbe offrire qualcosa di completamente nuovo". Il Pdl si è detto contrario alla leadership di Montezemolo. Ma voci critiche giungono anche dalle "colombe" di Futuro e libertà, Roberto Menia, Silvano Moffa e Pasquale Viespoli. I tre, a chiedeva loro un commento su questa possibilità, hanno risposto: "E perchè non Fernando Alonso? Lui almeno di vittorie se ne intende, ci darebbe respiro internazionale e in prospettiva europea potremmo mettere assieme la tradizione e la tecnologia italiane con la cultura autonomista spagnola". In tempi recenti Montezemolo ha escluso la possibilità di darsi a tempo pieno alla politica. Eppure non manca giorno in cui il presidente della Ferrari non approfitti per lanciare messaggi che non ritenere politici sarebbe da ingenui. Come le critiche pesanti rivolte all'operato di Giulio Tremonti, ministro dell'economia. "E' colpa sua se l'Italia non cresce", ha detto né più né meno Montezemolo.