L'ultima del Pd: Un'intesa con Montezemolo per battere Silvio
Il Pd ha finalmente trovato il "papa straniero", tanto auspicato dall'ex leader Walter Veltroni e temuto dall'attuale segretario Pierluigi Bersani. Il salvatore del centrosinistra "estraneo" alla politica potrebbe essere Luca Cordero di Montezemolo. Almeno secondo Goffredo Bettini, rappresentante di partito, che ha messo nero su bianco sul Riformista l'ipotesi ormai più accreditata tra i democratici. "Se si vota a primavera le esigenze prioritarie cambiano radicalmente - spiega Bettini -. La sfida sarebbe, come è evidente, voluta da Berlusconi, per la sua sopravvivenza politica. Sarebbe estrema e drammatica: mettendo in gioco non solo un programma di governo, ma un modo complessivo di intendere la libertà, la giustizia, la democrazia, il rapporto con il popolo. In questo quadro, e solo in questo quadro, l’ipotesi che circola (anche se smentita) di un impegno di Montezemolo potrebbe avere un grande significato ed una grande presa". Più dell'ex ad di Unicredit Alessandro Profumo. "Montezemolo non è Berlusconi. Non può fare per tante ragioni un suo partito; tranne diventare uno dei tanti, confondendosi con gli altri. Non può neppure essere il federatore dell’esistente costellazione dei leader già in campo, che hanno rapporti tra di loro assai logorati. La solitudine, che ha rivendicato, è la sua forza". Secondo Bettini, infatti, "dovrebbe compiere un atto di servizio, unilaterale, disinteressato e a termine; mettendo la sua popolarità ed esperienza a disposizione di una battaglia civile e democratica e giustificando la sua scelta con l’emergenza che l’Italia vive e che sta diventando sempre più pericolosa per il suo avvenire. Solo in questo modo c’è la possibilità che le risposte positive vengano da tutti, e spero in primo luogo dal Pd". Intesa temporanea - Bettini assicura che "tutti saprebbero che l’intesa è temporanea, che in seguito ci si potrà ridividere in una situazione di normalità e in una competizione tra avversari che non si odiano e nella quale ognuno troverà gli alleati con coerenze programmatiche più profonde e strategiche. Certo questo comporta, nelle scelta che ci sta di fronte, differire ambizioni legittime ma laceranti: candidature per la leadership o prova di terzi poli decisivi. Ho l’impressione - conclude Bettini - tuttavia, che se prevarranno ancora una volta egoismi, calcoli di bottega e visioni corte, la destra populista, con o senza Berlusconi, prevarrà ancora una volta". Ma il papa straniero di Maranello non convince il segretario Bersani che, al contrario, la relega nel capitolo delle trovate fantasiose. "Un’idea fantasiosa - ha detto a Viareggio il leader del Pd -, ma tutte le vie, anche le più fantasiose vanno bene per battere Berlusconi".