Il cdr di Libero: non è il gesto di un folle

Albina Perri

Ieri notte un uomo armato di pistola ha cercato di aggredire il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. Solo quest’anno è la seconda volta che qualcuno attenta all’incolumità del nostro direttore e risulta difficile pensare, come di certo qualcuno farà, al gesto isolato di un folle. Solo quest’anno è la seconda volta che qualcuno attenta all’incolumità del nostro direttore Quanto successo sembra piuttosto il frutto maturo di una ideologia di violenza e di odio che mette nel mirino chiunque provi a distaccarsi da un’idea dominante e precostituita di verità e giustizia. Da troppo tempo nel nostro Paese si alimentano processi pubblici nelle piazze e in televisione ai danni di chi non rappresenta quella che sempre più appare come la “casta dei giusti”: da una parte i politici del popolo, dall’altra i cattivi; da una parte i sindacalisti democratici, dall’altra quelli asserviti; da una parte i giornalisti impegnati, dall’altra quelli prezzolati. Uno schema facile e violento i cui risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti e dei quali anche i giornalisti di Libero, come molti altri colleghi, pagano e hanno pagato il prezzo. Il Cdr di Libero, perciò, esprime la sua solidarietà e la più affettuosa vicinanza a Maurizio Belpietro e si augura che questo ennesimo episodio serva almeno a risvegliare in tutti quel senso di responsabilità ed equilibrio strangolato da un odio politico che ricorda, tragicamente, altre epoche non troppo lontane.   Il Cdr di Libero