Chiesto l'arresto di Calisto Tanzi

Tatiana Necchi

Calisto Tanzi rischia l’arresto. A chiederlo è la procura generale di Milano dopo che l’ex patron della Parmalat era stato condannato in secondo grado a 10 anni di carcere con l'accusa di aggiotaggio, condanna che potrebbe diventare definitiva entro giugno del prossimo anno se non interverrà la prescrizione. La richiesta era stata respinta dalla Corte d’Appello del capoluogo lombardo, ma la Procura generale, affiancata dal pm di primo grado Eugenio Fusco, aveva fatto ricorso al Tribunale del Riesame, davanti al quale oggi si è svolta l’udienza. E così il pm ha ribadito la sua convinzione che l’imprenditore vada arrestato per via di un pericolo di fuga e di reiterazione del reato, nonostante l’ex patron abbia più di 70 anni. Il pericolo di fuga viene motivato con la circostanza che la sentenza definitiva è vicina e il rischio prescrizione, pur se presente, non è certo. Inoltre, il pericolo di reiterazione del reato viene giustificato alla luce della sottrazione dei quadri effettuata dall’ex patron di Collecchio nei mesi scorsi. Non viene fatto cenno invece alle nuove attività intraprese da Tanzi in ambito imprenditoriale. La richiesta di arresto fu inoltrata dalla Pocura Generale dopo il deposito delle motivazioni della condanna in appello pronunciata il 19 maggio scorso, mentre il ricorso dell’accusa, dopo la bocciatura da parte della Corte d’Appello, risale alla fine di luglio. I giudici del Riesame, che oggi si sono riservati, prenderanno una decisione nei prossimi giorni. Lo storico legale di Tanzi, Giampiero Biancolella, commentando la richiesta di arresto nei confronti dell’ex patron di Collecchio dice: "Tanzi non ha nessuna intenzione di fuggire, ne di sottrarsi alla giustizia, tant'è vero che oggi era presente in aula davanti ai giudici del riesame - prosegue - Le motivazioni con cui la procura richiede l’arresto sono apodittiche addirittura fanno riferimento al vecchio viaggi a Quito. Da quel viaggio, Tanzi tornò. Come hanno scritto i giudici della Corte d’Appello nel respingere una prima richiesta d’arresto, non si capisce da dove si possa desumere questo pericolo di fuga, considerando anche che Tanzi non ha beni all’estero e ha sempre avuto un comportamento ossequioso nei confronti della magistratura - conclude - Per quanto riguarda i quadri, Tanzi li ha messi a disposizione della magistratura, pur sapendo che appartengono alla moglie".