Berlusconi: "Si voti il testo in aula"
Berlusconi ecumenico, Bocchino guerrafondaio. O viceversa? Mancano meno di 48 ore alla discesa in Aula di Silvio Berlusconi, quando dovrà illustrare il programma in cinque punti su cui dovrebbe compattarsi la maggioranza. Le dichiarazioni pubbliche si accavallano e tra tutte spiccano, inevitabilmente, le parole del premier. Un Berlusconi che parla di "ostacoli da superare nell'interesse di tutti", perché vanno messe da parte le "ambizioni personali" e soprattutto il documento, a cui sta lavorando, "dovrà ottenere il voto della maggioranza". Condizione imprescindibile, il voto, perché questa maggioranza vada avanti. Bocchino," colonnello" di Fini e capogruppo di Fli a Montecitorio, dopo l'intervista al Corriere della Sera di questa mattina in cui ribadisce il concetto di dossieraggio contro il presidente della Camera, dalla tribuna di Porta a Porta oscilla tra dichiarazioni di pace e minacce di guerra. "A Berlusconi attribuiamo la strategia di distruzione di Fini" è una delle sparate di Bocchino a Bruno Vespa, che però riferisce anche che Fini ha detto "fermiamoci tutti, facciamo prevalere il senso di responsabilità. Nelle prossime 48 ore si deve decidere se far prevalere gli interessi del Paese rispetto allo scontro tra i due oppure sfasciare tutto. Noi siamo convinti che ci siano i margini per una convergenza ma bisogna essere in due a pensarlo e soprattutto questo non può passare per l’indebolimento dell’altro". E infatti, i finiani, hanno lanciato un appello per un "vertice di maggioranza". Appello che Franco Frattini, ministro degli esteri, liquida così: "i vertici di maggioranza sono cose ceh non ci appartengono, sono riti della vecchia politica". Cerino in mano - Apertura al Governo basato sul Pdl e la Lega o trappolone che rischia di far restare il Presidente del Consiglio con la patata bollente tra le mani? "Berlusconi deve decidere se la risoluzione è il frutto di un vertice di maggioranza parlamentare o dell’asse Bossi-Berlusconi. Per questo chiediamo la convocazione al più presto di un summit tra Pdl, Lega e Fli per discutere dei 5 punti. Se mercoledì non c'è un documento condiviso è un problema: non si è mai vista, infatti, una maggioranza in cui due gambe su tre preparano un documento e l’altro pezzo legge, sente e vota senza aderire", dice sempre Bocchino. Esterni al Pdl - Se da un lato Bocchino sottolinea come Fli sia parte integrante della maggioranza, dall'altro il politico campano ribadisce come la corrente finiana non faccia più parte del Pdl. "Io, Granata e Briguglio abbiamo risposto ai probiviri che non abbiamo intenzione di fare una memoria difensiva, perché è venuto meno il motivo del contendere visto che non siamo più nel gruppo del Pdl. Io non sono nel gruppo del Pdl e ritengo che non possa esistere un partito con due gruppi parlamentari. Mi sembra inevitabile che nasca il soggetto politico di Fli".