Fini: "Quel documento è una porcata, un falso"
"Quel documento è una porcata, un falso". Gianfranco Fini non ha voglia di scherzare, e dopo la pubblicazione della notizia che attribuisce a suo cognato la proprietà della società offshore che ha in pancia la casa di Montecarlo, non esita ad andare all'attacco. Il documento pubblicato da due giornali dominicani, secondo Fini, "è talmente fatto bene da pensare che dietro ci siano i servizi". Fini si è confidato con i suoi durante un pranzo improvvisato tra tutti gli esponenti di Fli. Un pranzo che si è trasformato in un vero e proprio 'consiglio di guerra'. "Da domani tutti con l'elmetto in testa": chi parla e' una delle cosiddette 'colombe' del gruppo di Fini, eppure afferma che "ormai lo spazio di manovra per gli ambasciatori di pace e' diventato residuale". Il presidente della Camera avrebbe le prove, riferiscono le stesse fonti, che ci sono stati pagamenti allo scopo di produrre appunto una documentazione falsa per screditarlo nella vicenda sulla casa di Montecarlo. La riunione era stata convocata per analizzare il voto di Fli sull'utilizzo delle intercettazioni a carico di Nicola Cosentino. "Ci siamo detti - dice ancora la stessa fonte - che chi non e' d'accordo sulla linea dura puo' anche uscire, in questo modo il gruppo sara' ancora piu' compatto...". La prima conseguenza della linea decisa durante la riunione e' lo stop alle trattative sui temi della giutizia con il Pdl. L'intervento del Copasir - In difesa di Fini il deputato di Futuro e libertà per l’Italia, Carmelo Briguglio, componente del Copasir, ha dichiarato che chiedera "al presidente Massimo D’Alema che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica assuma una decisa iniziativa in relazione alla pubblicazione di atti di dubbia autenticità, se non addirittura falsi, formalmente intestati ad Autorità di Stati stranieri, con lo scopo di alimentare la campagna scandalistica contro la terza carica dello Stato italiano”.