Scuola, l'assessore "declassa" i figli di immigrati: "non sono italiani"

Roberto Amaglio

Inizia tra le polemiche politiche l’anno scolastico alla scuola elementare multietnica Carlo Pisacane di Roma. In occasione della ripresa delle lezioni, infatti, l'assessore capitolino alla Scuola Laura Marsilio ha sostenuto che “anche se questi bambini sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. È un'idea sbagliata di integrazione. È grave pensarla così. Non è solo un fatto anagrafico ma è una questione culturale. È bene che questi bambini possano convivere con quelli di origine italiana perché così si favorisce un sentimento di appartenenza”. L’assessore ha voluto sottolineare con questa affermazione le problematiche di istituti destinati esclusivamente agli stranieri. “È aberrante - ha concluso Marsilio - l'istituzione di un plesso con solo stranieri, perché l'integrazione significa scambio e non solo isolamento in una scuola”. Non a caso la presa di posizione della Marsilio è stata sposata da Flora Longhi, preside dell'istituto comprensivo Laparelli. “Ha ragione l’assessore. I figli degli stranieri, anche se nati in Italia, hanno alle spalle un contesto d'origine diverso da quello italiano, mentre invece i figli degli italiani respirano una cultura italiana. È la legge a decidere quando considerarli cittadini italiani. Diverso è il caso dei bimbi stranieri adottati da italiani, che respirano una cultura italiana”. Pd all’attacco – L’incipit avventato dell’assessore (i bambini nati da genitori stranieri in Italia restano stranieri), tuttavia, è bastato per fomentare l’ennesimo dibattito politico tra gli schieramenti. Il Pd ha chiesto immediatamente la testa della Marsilio. “L'assessore Marsilio si deve dimettere - dice Marco Miccoli, coordinatore del Pd Roma –. Alemanno deve ritirarle immediatamente le deleghe. Chi pensa che i bambini nati in Italia da genitori non italiani siano degli stranieri è fuori da ogni civiltà. Roma non merita di essere amministrata da chi rasenta ideologie razziste”. Per correggere il tiro è dovuto scendere in campo anche il sindaco Gianni Alemanno. “L'assessore Marsilio si è espressa male in chiave istituzionale e legislativa: in Italia non esiste diritto di cittadinanza in base alla nascita ma voglio sottolineare con chiarezza che i bambini che nascono nella nostra città sono un patrimonio per Roma e non mi sento di definirli stranieri”. L’ennesima boutade politica, però, perde di vista il concetto centrale dell’esternazione della Marsilio: ossia la presenza sul territorio di istituti quasi totalmente frequentati da bambini stranieri (o italiani di seconda generazione) e le problematiche dell’integrazione. Non a caso sul tema è intervenuta anche il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. “Dal prossimo anno queste situazioni non si verificheranno più”.