Pene più severe per chi maltratta gli animali. Tranne che per i cani

Michela Ravalico

Pene più severe per chi maltratta cani, gatti e canarini. Con un'eccezione, però. Si potrà continuare a tagliare code e orecchie di quei cani, come boxer e doberman, che per motivi "estetici" finiscono sempre mutilati. Stessa eccezione, come se non fosse un osceno maltrattamento, per la recisione delle corde vocali, prassi molto diffusa negli Stati Uniti per evitare che il fido amico a quattro zampe disturbi i vicini. Il Senato ha approvato un emendamento dei relatori Sandro Mazzatorta (Lega) e Giampaolo Bettamio (Pdl), interamente sostitutivo dell’articolo 3 del ddl di ratifica della convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. La proposta di modifica riguarda gli articoli 544 bis e 544 ter del codice penale sull'uccisione degli animali e sul maltrattamento degli animali e ne aumenta le pene. Al 544 bis - infatti - la reclusione passa da 3 e 18 mesi a "4 mesi e 2 anni", mentre all’articolo 544 ter le parole "da 3 mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro" sono sostituite da "4 a 18 mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro".  Dall'articolo 3, però, è stata soppressa  l'estensione di queste pene a coloro che sottopongono un animale al taglio della coda e delle orecchie o la recisione delle corde vocali. (