Alemanno a Bossi: "I ministeri restano a Roma"

Eleonora Crisafulli

Non si discute. I ministeri restano a Roma. Spostarli nelle altre regioni d'Italia "è una proposta che non esiste, che non avrà alcun esito". Così il sindaco di Roma Gianni Alemanno replica al leader del Carroccio Umberto Bossi, che propone "un decentramento ministeriale". Il primo cittadino della Capitale è irremovibile e ha già chiesto ai parlamentari del Pdl di "mobilitarsi per dare un segnale chiaro". I ministeri "non si possono trasferire non solo per l'interesse di Roma, ma anche per quello del governo. Avere i ministeri sparsi per il territorio nazionale rappresenterebbe una problematica di carattere organizzativo e un aggravio economico clamoroso. Non si tratta solo di difendere Roma Capitale ma la funzionalità del governo". Nessun progetto - Alemanno non è l'unico a frenare Bossi. "Queste cose si discutono in Consiglio dei ministri - ha detto il ministro del Lavoro Sacconi - e non è mai stato presentato un disegno di legge, il resto è il teatrino della politica". Renato Brunetta ha ribadito da parte sua che "non se n’è mai parlato in Consiglio dei ministri: se il ministro Bossi presenterà un testo, rifletteremo. Lui è il ministro delle Riforme. Sta a noi poi dare il nostro parere". Infine Giancarlo Galan, dicendosi d’accordo con Sacconi e Brunetta, si è complimentato con l’osservazione del primo, sottolineando che è stato centrato il problema. Alla festa dei popoli padani il Senatùr aveva dichiarato: "Dopo il federalismo non è finita la battaglia, inizia subito dopo quella per portare democraticamente i ministeri da Roma nelle principali città. Non capiamo perché tutto debba finire a Roma. Ci sono anche i nostri ragazzi ed i ministeri portano lavoro e soldi, abbiamo deciso di cambiare e di portarli anche a Milano, a Venezia e Torino, ad esempio". Le nuove ubicazioni dei ministeri dovranno essere "dappertutto: dal Sud al Nord, nelle principali città". Alle critiche che questa proposta ha già sollevato, Bossi replica: "Mica tutto può stare a Roma. In tutta Europa i ministeri li hanno spostati dalla capitale alle altre città. Lo hanno fatto anche in Inghilterra e non è morto nessuno, è venuta solo un po di democrazia in più".