Peschereccio mitragliato, coi libici un ufficiale delle Fiamme Gialle

Eleonora Crisafulli

Un peschereccio della flotta di Mazara del Vallo è stato raggiunto da alcuni colpi di mitraglia sparati da una motovedetta libica che gli aveva intimato di fermarsi. La sparatoria, avvenuta nella tarda serata di domenica al largo delle coste libiche, all'interno del Golfo della Sirte, non ha avuto conseguenze sull'equipaggio dell'Ariete, che è riuscito ad evitare l'abbordaggio e allontanarsi. I colpi hanno forato la fiancata del motopesca d'altura di 32 metri e un gommone utilizzato come tender. Il peschereccio, guidato dal capitano Gaspare Marrone, ha proseguito la navigazione verso il porto di Lampedusa, dove è giunto stamani. Sull'accaduto la Guardia costiera ha avviato un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità. La ricostruzione - Secondo il capitano Marrone, l’Unità della marina libica che ha aperto il fuoco potrebbe essere uno dei mezzi navali donati dall’Italia alla Libia, nell’ambito dell’accordo per il contrasto all’immigrazione clandestina: "Era una motovedetta molto nuova, e questo mi fa pensare che possa essere una di quelle donate dall’Italia alla Libia per il servizio di respingimento". Inoltre l’intimazione a fermarsi è giunta da un uomo che parlava con un accento italiano impeccabile: "Ho il dubbio vi potesse essere un italiano a bordo di quella motovedetta. Ci ha urlato 'fermatevi o questi vi sparano'. Che motivo aveva di dire 'questi'? Avrebbe detto piuttosto 'fermi o vi spariamo'. E poi con quell'accento più italiano del mio". "Ripeto, la motovedetta era di costruzione recente e non aveva armi pesanti. Ma vi era stata sistemata a bordo una mitragliatrice Mg, che poi è quella che ha sparato". E comunque, aggiunge un marinaio: "Siamo vivi per miracolo" . "Hanno sparato all’impazzata sfiorandoci; solo per un caso non hanno provocato l’esplosione di alcune bombole di gas". Le autorità di Tripoli considerano il golfo una zona di propria esclusiva competenza, nonostante le norme del diritto marittimo internazionale. Lo scorso giugno altre tre navi da pesca della flotta mazarese erano state sequestrate dalla marina libica per aver violato le acque territoriali del Paese nordafricano. Aperta un'inchiesta- La Guardia Costiera ha apero un'inchiesta amministrativa sul mitragliamento. Le indagini saranno poi trasmesse alla Procura di Agrigento per quanto riguarda eventuali profili giudiziari. Il comandante della capitaneria di Porto di Lampedusa, Antonio Morana, ha ascoltato questa mattina il comandante del motopesca che ha ricostruito le fase dell'assalto, avvenuto - secondo quanto ha riferito - a circa 30 miglia dalle coste libiche, al confine con la Tunisia. La posizione dell'imbarcazione dovrebbe adesso essere controllata anche attraverso i sistemi di rilevamento Gps forniti dal blue box, una sorta di "scatola nera" in dotazione alle imbarcazioni. Reazioni politiche - L'opposizione, e in particolare Donadi dell'Idv, Pinotti e Di Giovan Paolo del Pd e D'Alia dell'Udc hanno chiesto al governo  - e  al ministro degli esteri Frattini - di riferire in Parlamento sul caso della sparatoria contro il peschereccio italiano da parte dei libici. La Farnesina - Dal ministero degli esteri hanno diramato un comunicato in cui si precisa che il ministro in persona Franco Frattini, sta monitorado con particolare attenzione la situazione. "In particolare - si legge nella nota - l'Ambasciata d'Italia a Tripoli è stata attivata per acquisire, in raccordo con le competenti Autorità libiche, dettagliati elementi sulla vicenda e per accertare l'esatta dinamica dei fatti, alla luce dello stretto rapporto di collaborazione fra i due Paesi, nonchè dell'esigenza di accelerare le procedure per addivenire ad un'intesa in materia di risorse marine prevista dal Trattato di Bengasi".