Berlusconi rinuncia al processo breve

bonfanti ilaria

Il discorso più atteso, quello di Fini, sarà domani. Ma anche quello di Berlusconi rivolto oggi ai promotori della Libertà mostra spunti assai interessanti. E a tratti preoccupanti. Il premier è deciso: "se venisse meno il sostegno della maggioranza si andrebbe al voto". Ma c'è un punto che più di tutti colpisce: il Cavaliere è pronto a riununciare al processo breve. Nei cinque punti della mozione sulla giustizia che sarà portata all'attenzione del Parlamennto "non ci sarà il processo breve" ha messo nero su bianco Berlusconi. Senza maggioranza, al voto - "Il sostegno della maggioranza è stato fondamentale per l'azione di Governo" ha infatti spiegato il Presidente del Consiglio che ha ribadito, più volte, come "solo grazie a questo sostegno abbiamo già potuto realizzare una parte consistente del programma proposto agli italiani e consacrato dalla maggioranza degli elettori".   Ora, ha aggiunto, "sarebbe imperdonabile che, per puri interessi personali e di parte, questo sostegno venisse meno, tradendo così il mandato e la fiducia degli elettori". E, nel caso in cui questo dovesse verificarsi, Berlusconi non ha dubbi: "Torneremo dagli elettori che sapranno bene a chi dare il loro voto". Niente processo breve - "Per quanto mi riguarda dentro la mozione sulla giustizia, che porteremo all’approvazione del Parlamento prossimamente, non dovrebbe esserci alcun riferimento al processo breve. E quindi, per favore, la piantassero di fare tanto baccano e pensassero piuttosto al loro vuoto di idee, di programmi e di leader". Secondo il Cav la legge elettorale, infatti, "funziona benissimo" così. "Abbiamo sentito in questo periodo tante, troppe parole che non volevano dire nulla"- ha tuonato- "soprattutto da parte dei nostri avversari dell’opposizione che sembrano avere solo due ossessioni: quella di insultare il Capo del Governo, attribuendogli le peggiori nefandezze e quella di cambiare una legge elettorale che, al contrario, funziona e che ha dimostrato di consentire la governabilità del Paese". La mozione sulla giustizia, che sarà portata all’attenzione del Parlamento, insieme a quelle sugli altri quattro punti su cui si vuole la fiducia, non conterrà dunque riferimenti al processo breve. Secondo il Premier, infatti, il processo breve dovrebbe, invece, "essere finalmente un processo per tutti di ragionevole durata, cioè di sei anni e mezzo massimo, molto di più di quel che durano i processi nelle vere democrazie". Ma, "siccome quando si tratta di giustizia e di processi - ha proseguito  - non c`è una norma che non tocchi, non riguardi uno dei tanti processi, o meglio, delle tante aggressioni che mi sono state rivolte in questi anni per tentare di sovvertire il voto degli italiani, anche se questa norma è giusta ed, anzi, assolutamente doverosa , la sinistra e i suoi giornali la fanno diventare uno scandalo e la mettono al centro di una campagna ancora e sempre contro di me". L'attacco alla sinistra - E,a proposito di sinistra, Berlusconi dichiara che "vuole rovesciare con giochi di palazzo l’esito delle elezioni e andare al Governo". L'obiettivo sarebbe dunque quello di "sovvertire il verdetto elettorale e di portare al Governo loro stessi, cioè chi ha perso le elezioni". Tra le tante"ossessioni" della sinistra ci sarebbe anche "quella di cambiare una legge elettorale che funziona benissimo". "Di questa legge elettorale, super criticata dalla sinistra, - ha affermato il Premier- certo non si può dire che non rispetti il principio basilare della democrazia liberale e cioè che il popolo sia sovrano. In Italia, infatti, grazie a questa legge, è finalmente il popolo che, con il suo voto, al contrario di quanto succedeva prima, decide chi sarà il Presidente del Consiglio, quali saranno le alleanze di governo e quale sarà il programma che il governo e la maggioranza parlamentare si impegnano a realizzare". E' proprio a questo principio "sacrosanto" che "l'opposizione di sinistra, prigioniera del passato, continua a preferire i vecchi giochi di Palazzo". Il Presidente del Consiglio rivolge così un appello ai Promotori della Libertà: "Voi, nei contatti con gli altri, dovete denunciare ai nostri elettori, ai nostri simpatizzanti questo continuo tentativo eversivo, neanche troppo nascosto, anzi ormai scoperto, di ribaltare i risultati elettorali, di ribaltare la democrazia con il soccorso di alcuni magistrati di sinistra", ha concluso il Premier rivolto ai Promotori.