Italia da retrocessione in Europa per le spese su famiglia e maternità

Roberto Amaglio

Qualche indizio lo aveva già pubblicato la Cgia di Mestre, dai cui dati emergeva come in Italia, all’alta imposizione fiscale (seconda solo alla Francia) non corrispondesse un altrettanto abbondante ritorno in fatto di Welfare e servizi. Ora, però, arriva anche l’illustre conferma del ministero dell'Economia. Nelle pagine della relazione sulla situazione economica del Paese, infatti, emerge come nel 2009 in Italia si sia speso per famiglia e maternità l'1,4% del Pil (dati 2009), uno dei livelli più bassi in Europa, paragonabili solo a quelli di Spagna e Portogallo. Confronti impietosi rispetto al resto d’Europa: se il 3,7% e il 3% di Danimarca e Svezia sono un’utopia un po’ per chiunque, anche i tenori di Francia (2,5%) e Germania (2,8%) appaiono inarrivabili. Insomma il lieve miglioramento rispetto a quanto avveniva nel 2007 (allora in Italia si investì solo l’1,2% del Pil) non è sicuramente sufficiente per riportare in zona salvezza l’Italia. Anche per quanto riguarda la quota di spesa nell'ambito di tutte le prestazioni di protezione sociale, l'Italia tra i 27 Paesi europei è nei bassifondi, precedendo solo la Polonia: nel nostro Paese, infatti, la quota per la famiglia e la maternità, nell'ambito della spesa per welfare, pesa il 4,7% (in Polonia il 4,5%). Mentre la media complessiva dei Paesi europei è dell'8%. Welfare "disabile" – Se la percentuale destinata ai nuclei familiari e alla maternità è tra le più basse del Vecchio Continente, a farla da padrona nelle voci di uscita sono i fondi destinati per invalidità, vecchiaia e pensioni: a tal proposito l’investimento è del 17,1% del Pil contro il 14% registrato come valore medio nell’Europa dei 15. Così la quota di spesa per queste voci è pari nel nostro Paese al 67,1% del totale prestazioni, contro il 54% della media dei 15 Paesi. Si distacca dalle medie europee anche le spese riguardanti alla malattia: in questo settore l’Italia investe leggermente meno, attestandosi sul 6,7% del Pil rispetto al 7,6% dell’Europa dei 15 e al 7,4% dei 27. Reazioni – In attesa delle prese di posizione dei vari partiti politici, i primi a parlare sono stati quelli dell’Idv. "I dati diffusi dal ministero del Tesoro smascherano la propaganda e le chiacchiere del governo Berlusconi sulla famiglia – ha affermato il responsabile welfare e lavoro dell’Italia dei valori, Maurizio Zipponi –. Un quadro desolante a cui bisogna aggiungere la riduzione dei consumi. In questo mese d’agosto il governo ha dato vita ad un inverecondo teatrino della politica, senza parlare mai dei problemi reali del Paese e delle famiglie italiane, attese a questo punto da una ripresa durissima a settembre".