Ultrà contro Maroni. Guerriglia a Bergamo
Bombe carta, fumogeni e petardi. Macchine in fiamme o oggetti contro le forze dell’ordine. Sembra una scena di guerriglia di un film ma è quanto successo nella serata di ieri al Berghem Fest di Alzano Lombardo, Bergamo, mentre il ministro dell’Interno Roberto Maroni, stava tenendo il suo comizio. Doveva essere una serata di festa oltre che un momento di discussione di riforme e federalismo, con i ministri Tremonti, Calderoli e Maroni. Questa mattina si stanno ancora facendo i conti dei danni. Ma intanto si fa anche il bilancio della serata: cinque auto bruciate, due agenti feriti e cinque tifosi fermati ma al momento il riserbo è massimo. Intanto gli uomini della Digos sono a lavoro per dare un volto ai contestatori. Ieri sera circa 400 ultrà, non solo atalantini, hanno deciso di protestare contro la tessera del tifoso voluta dal Viminale ma non vista di buon occhio dai supporter. Il tutto è iniziato alle 22,30 circa con l'attacco ai poliziotti. Per venti minuti la zona della festa ad Alzano Lombardo è stata in balia dei tifosi che con petardi, poi con bombe carta e altri oggetti, si sono scagliati contro il cordone di forze dell'ordine mentre Maroni continuava il suo discorsa dal palco. Giusto al Meeting di Rimini di ieri, Maroni si era detto "estremamente soddisfatto" per le oltre 521mila richieste di tessere per il tifoso e sicuro che i problemi tecnici saranno risolti a breve. Inoltre aveva espresso soddisfazione anche “per come hanno risposto le società, la Lega Calcio, la Fgci e i tifosi". Ma ieri sera al termine del dibattito ha affermato: “Ho dato la disponibilità a capire quali fossero le questioni che volevano porre ma evidentemente non c'è la volontà di discutere, ma solo di fare un po' di casino. Prendo atto che, avvenuto quello che avvenuto, confermo la mia convinzione che ci sono i tifosi e ci sono i violenti. Nei confronti dei violenti non c'è la possibilità di mediazione - prosegue - I violenti devono essere fermati ed è quello che faremo. La tessera del tifoso è uno strumento utile in questa direzione. Quello che è avvenuto fuori è stato molto grave. La violenza non è accettabile e giustificabile". Così il ministro non ha dubbi sul fatto che i responsabili dovranno essere puniti duramente: “Saranno presi provvedimenti severi nei confronti di chi ha commesso atti di violenza. Su questo non c'è dubbio. Salvaguardando allo stesso tempo i tifosi veri, che domenica potranno seguire l’Atalanta". Di certo è che "chi ha determinato quanto accaduto può scordarsi di entrare negli stadi per molto tempo”. Qualcuno ha osservato che forse c'è stata una lacuna nella sicurezza, perché la protesta degli ultras era prevedibile. Eppure una settantina di supporter sono riusciti ad arrivare abbastanza vicino al retro del palco e a lanciare petardi e fumogeni. Ma il ministro, non condivide assolutamente questa lettura: "noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo" è stata la replica secca. Intanto alcuni dei responsabili sono stati subito identificati dalle forze dell’ordine, fermati e portati in questura. "Non posso più accettare - ha detto il ministro Roberto Calderoli - che l’immagine di Bergamo sia svenduta da 200 imbecilli, che prima ancora che inizi la partita vanno ad attaccare le tifoserie esterne e la polizia. Questa non è Bergamo". Tutti coloro che si comportano in modo scorretto non sono dei veri tifosi ma dei "tossicodipendenti, alcolizzati che avevano la mamma che li martellava da piccoli". Il ministro ha poi fatto riferimento agli ultrà che hanno protestato interrompendo il comizio e ha detto: "Quando sento fuochi d’artificio o peti provo fastidio. Sono atalantino e ho passione per gli ultras, per il loro entusiasmo, ma non posso accettare che l’immagine di Bergamo sia svenduta da imbecilli" che prima delle partite fanno i teppisti.