Arabia Saudita: giudice chiede di paralizzare un ex detenuto

bonfanti ilaria

Un giudice saudita ha chiesto a due ospedali del Paese se è possibile danneggiare chirurgicamente la colonna vertebrale di un uomo in modo da paralizzarlo come punizione per un’aggressione in cui la vittima è rimasta invalida. L'ospedale locale, nella provincia di Tabuk, non si è fatto alcuno scrupolo nel rispondere che un intervento del genere potrebbe essere compiuto in un centro specializzato. Al contrario, il "King Faisal Hospital" di Riyadh si è rifiutato di considerare l'ipotesi per ragioni etiche. E, sebbene il Governo dell'Arabia tenti in tutti i modi di scoraggiare alcune delle pratiche di "giustizia fai da te" più estreme, la sharia, in vigore nel Regno, permetterebbe, in completa libertà, l'applicazione del principio "occhio per occhio", a volte rinunciando alla pena corporale in cambio di un indennizzo finanziario. Ma la famiglia dell'aggredito, Abdul-Aziz al Mutairi, avrebbe difeso il proprio diritto ad appellarsi alla legge islamica, rifiutando categoricamente qualunque transazione, dicendosi pronta a far effettuare la terrificante operazione, anche all'estero, se fosse necessario. Secondo quanto reso noto da "Al Mutairi" l'assalitore, che oggi lavora come insegnante, era stato condannato a 14 mesi di prigione per essere poi liberato dopo sette mesi in seguito a un’amnistia.