Bossi rilancia il voto anticipato: "Entro dicembre"

Roberto Amaglio

Forse sarà anche per i freschi affondi scritti sferrati ai danni del Pdl e Silvio Berlusconi da parte di Fabio Granata e della Fondazione "Farefuturo", tuttavia anche oggi Umberto Bossi ha avuto l’opportunità da Calalzo di Cadore di lanciare un nuovo richiamo alle urne. Dialogando con i giornalisti (che hanno nel Senatur una provvida fonte di ispirazione), il leader del Carroccio ha definito ormai insopportabile questa situazione di stallo politico. "Così non è possibile andare avanti", ha affermato Umberto Bossi. "Ormai la macchina sta correndo verso le elezioni anticipate. Col presidente vediamo se una soluzione si trova. Prima si fa meglio è". Comunque le eventuali elezioni dovrebbero tenersi, sempre secondo Bossi, entro "fine di novembre, primi di dicembre al massimo". Soluzione – L’unico spiraglio che il Senatur intravede per esorcizzare il ricorso alle urne è legato alle dimissioni da presidente della Camera di Gianfranco Fini. "Serve qualche gesto importante che blocchi questa corsa alle urne. Le dimissioni di Fini sarebbero un gesto fondamentale per fermare questa marcia". A spiegare il motivo per cui sarebbe solo Bossi a voler tornare al voto è il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini. Ai microfoni di Sky tg24, infatti, l’ex alleato del Cavaliere ha spiegato come, secondo il suo parere, nemmeno a Berlusconi converrebbe tornare alle urne. "Continuiamo a pensare che le elezioni anticipate non servono all’Italia e, a ben vedere, credo che   Berlusconi nemmeno le voglia – ha concluso Casini –. L’unico a trarne vantaggio sarebbe Bossi che, il giorno dopo il risultato elettorale, tratterebbe Berlusconi come il latifondista tratta il mezzadro".