Draghi: nuove norme sul capitale. Più benefici e stabilità
I costi immediati delle nuove regole sul capitale bancario, imposte da Basilea III, sono "gestibili" e i benefici nel lungo termine saranno "notevoli in termini di stabilità finanziaria e crescita economica". A riferire il giudizio è il Presidente del Financial Stability Board e governatore di Bankitalia, Mario Draghi, in una nota emessa dalla Banca dei regolamenti internazionali. Le analisi condotte testimoniano infatti che i costi macroeconomici che "deriveranno dall'introduzione di standard di capitale più elevati saranno gestibilil, soprattutto se accompagnati da appropriati accordi di transizione". I rapporti curati dalle due istituzioni, in collaborazione con il Fondo monetario internazionale, concludono che "la transizione verso standard di capitale e liquidità più elevati avranno probabilmente un impatto modesto sul prodotto aggregato". In particolare, i tecnici stimano che se la transizione avverrà in quattro anni e mezzo ogni aumento di un punto dell’attuale rapporto tra patrimonio netto, escluse le attività immateriali e attivo ponderato per il rischio, condurrà a un declino del Pil di circa lo 0,20% al termine del processo. In termini di tassi di crescita annuali, spiega il documento, ciò significa una riduzione media dello 0,04%. Un incremento del 25% delle attività liquide detenute dagli istituti avrà invece un effetto pari a circa la metà di quello stimato per l’aumento dei requisiti di capitale. Inutile pensare a una transizione più lunga. "Estendere il periodo oltre i quattro anni", affermano Fsb e Comitato di Basilea, "fa poca differenza" dal punto di vista macroeconomico. Mentre ridurlo a due peggiorerebbe "leggermente" le prospettive di crescita. In ogni caso, rassicurano i tecnici, "il Pil ritornerà sul suo normale sentiero di crescita al termine del periodo". Insomma, sottolinea anche il presidente del Comitato di Basilea e governatore della Banca d’Olanda, Nout Wellink, "i benefici economici che deriveranno dalle riforme proposte sono notevoli" e si traducono "non soltanto in un sistema bancario più forte nel lungo periodo ma anche in una maggiore fiducia nella stabilità del sistema finanziario non appena l’introduzione dei nuovi requisiti sarà avviata". Il documento risponde anche ai timori espressi dall’Istituto per la finanza internazionale, di fatto la lobby mondiale delle banche, secondo cui Basilea 3 potrebbe portare a una riduzione del Pil del 3% nei prossimi cinque anni nella zona dell’Euro, Giappone e Stati Uniti con la possibile perdita di quasi 10milioni di posti di lavoro.