Addio Cossiga, folla per l'ultimo omaggio
E' morto Francesco Cossiga, alle 13.18 del 17 agosto, dopo 9 giorni di ricovero a Roma presso il Policlinico Gemelli, nel reparto di Rianimazione. Negli ultimi 4 giorni si era registrato un lieve miglioramento, ma nella nottata la situazione è precipitata fino al decesso. Aveva 82 anni ed è stato protagonista della politica italiana per mezzo secolo (leggi qui la sua storia). La salma è stata traslata ieri pomeriggio nella chiesa centrale dell'ospedale. Nel piazzale antistante l’ingresso della chiesa si è radunata una folla commossa di cittadini per portare il proprio saluto al presidente emerito Francesco Cossiga. Il ritratto del picconatore di Renato Farina Funerale - Si svolgeranno domani nella chiesa di San Giuseppe a Sassari i funerali del presidente Emerito Francesco Cossiga, scomparso ieri all’età di 82 anni. Le esequie si terranno in forma strettamente privata. Tra i sacerdoti che parteciperanno ci saranno anche Don Claudio Papa, prete amico di lunga data della famiglia Cossiga. Bertone - "Ieri insieme al Papa abbiamo celebrato una messa in suffragio di Francesco. Il Papa lo ricorda come un amico caro". Lo ha detto il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, uscendo dalla camera ardente del Policlinico Gemelli aperta alle 10 dove il porporato si è recato per rendere l’ultimo saluto a Francesco Cossiga. "Era un fervente cattolico - ha detto Bertone - ha raggiunto traguardi religiosi e spirituali importanti, come la beatificazione di Rosmini a cui Cossiga era particolarmente Il Papa lo conosceva bene - ha aggiunto Bertone - discutevano spesso e lo ricorda come un amico carolegato, quella di Newmann e la proclamazione di San Tommaso Moro proclamato patrono dei politici. Il Papa lo conosceva bene - ha aggiunto Bertone - discutevano spesso e lo ricorda come un amico caro". Bertone ha poi ripetuto la frase che Cossiga ha scritto nelle lettere lasciate alle massime autorità: "Come lui ha auspicato, Dio protegga l’Italia". Le quattro più alte cariche dello Stato - "Un piccolo omaggio ad un grande uomo di Stato. Ho salutato un amico". Con queste parole il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lascia la camera ardente dopo l'ultimo saluto a Francesco Cossiga. Un momento di raccoglimento e di preghiera, all’interno della chiesa centrale del policlinico Gemelli, per il presidente del Senato, Renato Schifani, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, Carlo Azeglio Ciampi, Franco Carraro, Arturo Parisi e Gianni Letta, ancora all’interno della sala. E nel primo pomeriggio è arrivato a Roma anche il premier Silvio Berlusconi. Attorno alla salma di Cossiga un manto di rose rosse e il cuscino dell’Arma dei Carabinieri. La camera ardente, alle ore 10:15 ha aperto al pubblico. Schifani - "Cossiga era un vulcano, un uomo dalle mille idee e dalle grandi iniziative. Ci prendeva sotto braccio, aveva grandi forze e nessuno di noi aveva il coraggio di staccare quel braccio. Era per noi un motivo di addottrinamento". È il ricordo del presidente del Senato Renato Schifani appena uscito dalla Chiesa madre del Policlinico Gemelli di Roma. "Con la sua lettera, che costituisce un testamento politico, ha confermato la sua fortissima fedeltà nelle istituzioni. Per lui - ricorda Schifani - il popolo è l'unico detentore della democrazia, come ha affermato nelle sue lettere». Fini - Il presidente della Camera non ha rilasciato dichiarazioni e si è allontanato dalla camera ardente del presidente emerito Francesco Cossiga allestita nella chiesa centrale dell'Università Cattolica di Roma insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Secondo quanto si è appreso Fini e Letta insieme al presidente del Senato Schifani si sono raccolti in preghiera per alcuni minuti davanti alla salma, e all'uscita hanno parlato a lungo tra loro. Un piccolo omaggio ad un grande uomo di Stato. Ho salutato un amicoTestamento politico - Visto che le sue condizioni erano precarie da alcune settimane, le ultime volontà sono state consegnate al segretario generale del Senato con indicazioni dettagliate sulle esequie. Dalle notizie trapelate, Cossiga avrebbe espresso la volontà di non avere funerali di Stato, bensì un picchetto d'onore dei bersaglieri della Brigata Sassari. Anche la sepoltura avverrebbe nella sua città natale, con il presidente emerito che avrebbe chiesto di essere seppellito accanto al padre e alla sorella. La camera ardente sarà allestita mercoledì 18 agosto dalle 10 alle 18 al policlinico Gemelli. I funerali, invece, si svolgeranno a Cheremule (Sassari), un piccolo paese del Meilogu. A renderlo noto gli amici di famiglia che hanno spiegato che il presidente era particolarmente affezionato a Cheremule perchè vi erano nati i genitori. All'origine della scelta di Cossiga potrebbe aver anche influito il fatto che le dimensioni della chiesa parrocchiale e del sagrato sono tali da favorire il carattere strettamente privato delle esequie. Ultimo mistero - Confermando la sua fama di uomo tanto enigmatico quanto di potere, anche in punto di morte Francesco Cossiga ci lascia con un punto di domanda. Oltre alle disposizioni sulle sue esequie, il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ha lasciato tre lettere personali e riservate ai massimi vertici delle istituzioni. Le tre lettere dell’ex Capo dello Stato sono indirizzate al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al presidente del Senato Renato Schifani e a quello della Camera Gianfranco Fini, oltre al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nessuno ne conosce i contenuti dettagliati, anche se qualcosa è emerso (leggi alcuni passaggi della lettera a Schifani). "Che Iddio protegga l’Italia!". E' questa invocazione l’ultimo saluto che il presidente emerito Francesco Cossiga rivolge agli italiani nelle sue lettere a Schifani. "Voglia porgere (riferito al Presidente del Senato) ai valorosi ed illustri senatori il mio ultimo saluto ed il mio augurio più fervido di ben servire la Nazione e di ben governare la Repubblica al servizio del Popolo, unico sovrano del nostro Stato democratico". Condoglianze - Intanto tutto il mondo politico si è stretto alla famiglia di Francesco Cossiga. Avversari e alleati, amici e detrattori, tutti intenti a onorare la memoria di una delle figure più rappresentative della politica italiana. I primi commenti di ieri Paolo Bonaiuti: "Con Francesco Cossiga scompare un grande servitore dello Stato, un grande uomo politico, un grande maestro. Ho perduto con lui una fonte di affettuosi, preziosi, sempre disinteressati e sempre insostituibili consigli, vere e proprie lezioni distribuite per lo più dal divano di casa sua in lunghi colloqui dedicati alla politica la domenica sera. L'ultima volta che rispose a una mia chiamata, il 26 luglio, la sera del suo compleanno, ebbi modo di dirgli brevemente quanto stesse mancando a me e a tutti la sua saggezza, la sua vis polemica, anche sotto forma di quelle battute dirompenti ma sempre profondamente vere e stimolanti. Non ce l'ha fatta. E ora sentiremo tutti la mancanza di un vero maestro della politica come arte, della politica davvero alta e nobile". Bersani: "Se ne vanno una persona singolare e straordinaria e una parte della nostra storia". D'Alema: "Apprendo con dolore la notizia della scomparsa di Francesco Cossiga. Èstato un grande protagonista della vita democratica del nostro paese. Con lui abbiamo avuto momenti di incontro così come di aspri conflitti, vissuti sempre con rispetto reciproco e lealtà. In questi ultimi anni ci hanno unito un’intensa amicizia, della quale gli resterò grato". Casini: "Personalità anticonformista, coraggiosa e anticipatrice, la sua "scomodita" è stata coerentemente preservata in tutto il corso della sua vita. In lui, come in pochi altri, si sono sintetizzate le alterne vicende della politica: ha avuto grandi soddisfazioni e infinite amarezze, si è dimesso ed è risorto politicamente più volte". Diliberto: "Un nemico leale" "Scompare con Francesco Cossiga una delle figure più eminenti della storia repubblicana. Anticomunista convinto, ha però sempre sinceramente rispettato i comunisti. Il più delle volte lo abbiamo avuto come avversario, ultimamente - per le bizzarrie della politica italiana della cosiddetta seconda repubblica, da Cossiga giustamente mai apprezzata - lo abbiamo avuto anche come alleato. Sempre, in entrambe le vesti, duro e leale". Di Pietro: "L'Italia dei Valori si associa al dolore della famiglia per la scomparsa del presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga".