Inseguito dal terremoto fino alle Isole Eolie

Paolo Franzoso

Gli esperti del settore, da Enzo Boschi a Guido Bertolaso, non si stancano mai e poi mai di ripeterlo: non è scientificamente possibile prevedere i terremoti. Beh, adesso li posso smentire. Scientificamente. O almeno statisticamente. Volete sapere dove ci sarà il prossimo evento sismico? Facile. Basta chiedermi dove andrò in vacanza. E lì, puntuale, la terra tremerà. Come ieri pomeriggio. Ero appena uscito in barca dal porto di Santa Marina Salina, direzione sud-est, tra Lipari e Panarea, alla ricerca di una secca dove fare immersione nonostante il maestrale, quando squilla il cellulare. È mia madre, piuttosto agitata: «C’è appena stato il terremoto». «Dio mio, di nuovo?», le rispondo io «e che è successo di nuovo all’Aquila?». «No, guarda che qua il terremoto è stato qui. Qui a Salina. Si è sentito bene, ci sono stati 5-6 secondi di movimento sussultorio, la casa ha scricchiolato. Ora io sono uscita in terrazza e dentro non ci torno». «Ma no, dai, figurati. Sarà la suggestione…», le dico tentando di tranquillizzarla. Il ricordo del 6 aprile 2009 può giocare brutti scherzi, il vento che soffia forte incanalandosi per il vallone, il vicino che si diletta con il martello pneumatico… «Su, su, sii razionale, non può essere», tento di convincerla. E invece... Da Lipari, dove peraltro le frane sono frequenti, si alzano degli strani polveroni, dalla spiaggia verso il cielo. E dal Comune di Santa Marina, uno dei pochi edifici a due piani dell’isola, mi chiama un amico: «Qua siamo tutti usciti per strada», mi dice accalorato. Tra le barche in rada si avverte una certa frenesia, parecchie salpano l’ancora e prendono subito il largo. Nell’epoca di Internet, in cui si è connessi ovunque con l’iPhone sul materassino e il blackberry accanto alle pinne, la notizia arriva quasi in tempo reale, e il pensiero corre allo tsunami causato qualche anno fa da un costone crollato in acqua a Stromboli. Per fortuna il mare resta sotto il controllo di Eolo, spumeggia e biancheggia più del solito, ma niente onde anomale. Ci si può rilassare e scherzarci su. Perché ormai il collegamento tra me e le scosse è diventato indissolubile, dall’Abruzzo alla Sicilia lo sciame mi segue come un cagnolino. Il cellulare è bombardato. Alcuni sono preoccupati («Tutto a posto?»), altri mi prendono in giro («Sei a Salina, vero? Beh, vedi di rimanerci. Non ti venisse in mente di fare un salto da me!»), altri ancora dispensano consigli («La prossima casa te la devi comprare in pianura padana!»). Non hanno capito che sono molto più affidabile del radon. E che potrei riciclarmi come grande sismologo.