Briguglio all'attacco: "Il premier spieghi come acquistò la villa di Arcore"
"Sandro Bondi anziché aggredirmi verbalmente dicendo che sono in stato confusionale farebbe bene a dirci se nella scala dei suoi valori deve dimettersi prima un plurimputato come Berlusconi o il presidente Fini a cui la magistratura non ha niente da chiedere neanche come persona informata sui fatti". Italo Bocchino, il primo dei finiani, torna ad alimentare la tensione replicando a Sandro Bondi, coordinatore del Pdl e ministro della Cultura, il quale aveva affermato che il capogruppo di Fli si trova “in stato confusionale”. In una nota, Bocchino scrive che “la differenza tra noi e Bondi è anche nella lealtà perché noi abbiamo sempre difeso Berlusconi dalle aggressioni esterne mentre loro si sono fatti promotori di un’aggressione contro Fini soltanto perché - e uso parole di Feltri - non si è voluto mettere a cuccia nel partito contorno". Poi l’affondo: "Che Bondi provi piacere a stare a cuccia facendo il contorno di Berlusconi è comprensibile, così come è comprensibile che Fini con la sua storia e il suo consenso abbia scelto di non starci”, è la conclusione. Replica - "Bocchino parla troppo, spesso a vanvera. Sproloquia, dà lezioni di moralità che non può proprio permettersi e, come un fedele cagnolino, difende l`indifendibile posizione del presidente Fini". Ad affermarlo in una nota è il vicepresidente dei senatori del Pdl, Francesco Casoli. "Avesse parlato un po’ di meno, lui e qualche altro finiano in cerca di celebrità, forse - conclude - la situazione non sarebbe degenerata fino alla rottura. Meno male che molti di quelli che hanno aderito al progetto di Fli dopo pochi giorni ci stanno già ripensando. E più parla Bocchino e più ci ripensano". Bondi – Il ministro della Cultura era intervenuto su Bocchino commentando l’affermazione di questo riguardo le dimissioni del premier, dicendo che "prima di chiederlo a Fini, dovrebbe essere Berlusconi a dimettersi perché è sotto processo e con lui si dovrebbero dimettere, per lo stesso motivo, i ministri Matteoli, Fitto e il sottosegretario Bertolaso". "Chiedere come fa oggi l’on Bocchino da una parte le dimissioni pressoché dell’intero governo e dall’altra parte la convocazione di un vertice con tanto di verifica – scrive Bondi - tradisce l’estremo stato di confusione e di smarrimento in cui si trova il capogruppo di Fli. Ho l'impressione che all’on. Bocchino sfugga, quantunque faccia sfoggio di sicurezza, la durezza e al tempo stesso la complessità della politica". Il contrattacco di Briguglio - Dopo Bocchino, anche il fedelissimo di Fini, Briguglio, si è messo in trincea pronto a sparare a pallettoni per difendere il neo nato movimento Fli. E per farlo chiede a Berlusconi di essere trasparente, almeno quanto lo è stato il presidente della Camera, sull'acquisto della sua villa di Arcore. "Il premier ha il dovere di dire agli italiani come acquistò la villa di Arcore dove viveva insieme all'eroe Vittorio Mangano, come riuscì ad assicurarsi per soli 500 milioni di lire questo immobile di 3.500 metri quadri con terreni di circa un milione di metri quadri grazie al ruolo di Cesare Previti prima avvocato della venditrice e subito suo legale e uomo di fiducia". Briguglio, inoltre, chiede anche "se lui, la sua famiglia, il suo gruppo imprenditoriale fanno ricorso a società offshore con sede in paradisi fiscali e dia tutti i dettagli sugli intrecci fin dall'inizio della sua attività imprenditoriale con finanziarie svizzere".