Famiglia Cristiana: "In Italia disastro etico e nessuna indignazione della gente comune"

Paolo Franzoso

Sul dibattito politico interviene Famiglia Cristiana. Parole dure contro la politica e la società italiana, accuse velate e prese di posizioni forti. Tra le righe si interpreta lo scontro fra Fini e Berlusconi in chiave favorevole al presidente della Camera. “Una concezione padronale dello Stato – si legge sull’editoriale d’apertura del numero 32 che sarà in edicola da giovedì - ha ridotto ministri e politici in servitori, semplici esecutori dei voleri del capo. Quali che siano. Poco importa che il Paese vada allo sfascio. Non si ammettono repliche al pensiero unico”. Va da sé che il ricordo corra alla conferenza stampa della Terza carica dello Stato. Un pugno alle istituzioni e un pugno alla società italiana. "La questione morale agita il dibattito politico dal lontano 1981, da quando cioè, undici anni prima di Mani pulite, l’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, ne parlò per primo”, introduce l’editoriale del settimanale dei paolini. “La Seconda Repubblica nacque giurando di non intascar tangenti, di rispettare il bene pubblico, di debellare malaffare e criminalità. Bastano tre cifre, invece, per dirci a che punto siamo arrivati. Nel nostro Paese, in un anno, l’evasione fiscale  sottrae all’erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più". Quindi arriva l’affondo sulla società italiana: “Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti” ma “quel Lo sbandierato garantismo, soprattutto a favore dei potenti, è troppo spesso pretesa di impunità totale. Nonostante la gravità delle imputazioniche stupisce è la rassegnazione generale, la mancata indignazione della gente comune”. Se alla deriva politica non segue un grido della società “vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico”. La radiografia evidenzia il degrado indistinto perché “prevale la morale fai da te: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati”. Si è dimenticato “il bene comune”. Famiglia Cristiana riprende la questione morale per attaccare la classe politica: “L’appello alla legittimazione del voto popolare non è il lasciapassare all’illegalità”. Inoltre, “ci si accanisce contro chi invoca più rispetto delle regole e degli interessi generali”. E sugli indagati impegnati nella politica “lo sbandierato garantismo, soprattutto a favore dei potenti, è troppo spesso pretesa di impunità totale. Nonostante la gravità delle imputazioni”. Un editoriale che sembra un manifesto politico con la denuncia del “disastro etico”. Su Fini e Berlusconi si interroga il fondo e la conclusione è che “bisogna avere l`umiltà e la pazienza di ricominciare. Magari con uomini nuovi, di indiscusso prestigio personale e morale". Repliche del Pdl – Levata di scudi all’interno del governo e della maggioranza. Il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Carlo Giovanardi spara a zero su Famiglia Cristiana e il suo direttore, per le critiche al Governo Berlusconi. "Servitore di disegni politici altrui - attacca Giovanardi - sarà se mai don Sciortino (il direttore, ndr) che si ostina a non accorgersi che questo governo è il più leale sostenitore di quei valori non negoziabili che dovrebbero essere la prima preoccupazione dei cattolici del nostro Paese. Ho anche la sensazione, leggendo Famiglia Cristiana, che certi giudizi, tanto più se manifestati con una particolare virulenza politica, nascondano un vuoto di analisi culturale sia sul ruolo della Chiesa che sul futuro dell’Italia"Ciò che mi sorprende della presa di posizione del settimanale Famiglia Cristiana è la mancanza di una riflessione critica che riguardi anche il ruolo che la Chiesa ha svolto in questi ultimi decenni nel contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente nazionale". È invece la replica del coordinatore Pdl Sandro Bondi al settimanale paolino. "Ho anche la sensazione, leggendo Famiglia Cristiana, che certi giudizi, tanto più se manifestati con una particolare virulenza politica, nascondano un vuoto di analisi culturale sia sul ruolo della Chiesa che sul futuro dell’Italia. Questo atteggiamento - prosegue Bondi - sconcerta e amareggia soprattutto i cattolici impegnati in politica, i quali, pur aderendo e militando in diversi schieramenti politici, cercano di operare con prudenza politica, spirito di confronto e capacità di individuare laicamente accettabili punti di equilibrio nella difesa della visione cristiana della vita".