La Lega Serie A mette in off side le emittenti private
Inizieranno a tremare le gambe a Tiziano Crudeli, a Elio Corno e a tutti i giornalisti delle emittenti private che, dallo stadio o dallo studio, provavano a suon di urli ed espressioni colorite a raccontare ai telespettatori l’andamento della partite di calcio. La Lega di Serie A, infatti, ha inferto un colpo durissimo che rischia di mettere in ginocchio tutte quelle tv private che hanno puntato sulle partite della massima serie per vivacizzare il loro palinsesto domenicale. Nell’incontro utile per stabilire l’inizio delle partite del prossimo campionato, infatti, la Lega A ha ufficializzato la norma che impone il divieto assoluto di radiocronache per le emittenti private. Un proposito che già da qualche anno la Lega Calcio stava inseguendo per tutelare la Rai o Mediaset, ossia quelle emittenti che (a caro prezzo) avevano comprato l’esclusiva della diretta di gol e cronache. Ora sembra davvero che si sia arrivati alla stretta finale. Infatti la normativa è scarna e non lascia spazio a interpretazioni. "E' in ogni caso tassativamente vietata al licenziatario la tele audiocronaca e/o l'audiocronaca della gara, in diretta e/o differita, effettuata dallo stadio, dagli studi televisivi e/o da qualsiasi altra postazione". Tradotto: su Crudeli &C. cala il sipario. L’unica possibilità per le emittenti private, infatti, è l’acquisto di un pacchetto annuale a prezzo variabile (in Liguria il costo sarà di 30 mila euro) denominato “Silver Highlits”: oltre a contenere le immagini prodotte e fornite dalla Lega, il pacchetto garantisce la possibilità di mandare in onda un abbondante pre-gara (sino a dieci minuti dall'inizio) e le interviste dagli spogliatoi nel post partita. Visto il costo, però, non saranno molte le emittenti in grado di seguire questa strada. Tv in rivolta – A farsi portavoce dello sconcerto delle emittenti private è Maurizio Rossi, patron di Primocanale e Primocanalesport. "Praticamente è vietata ogni cosa. Bisognerà vedere se il regolamento è legittimo e verso quale situazione andremo a finire. Chi ha puntato solo sul calcio riceverà un brutto colpo. Noi abbiamo fatto altre scelte, ma è vero che ci poniamo la domanda se fare o no la trasmissione la domenica pomeriggio". Sulla stessa lunghezza d’onda Massimiliano Monti, editore di Telenord. "Riteniamo che sia leso il diritto di cronaca. Non permettere neanche alcuni minuti di audiocronaca sinceramente mi sembra esagerato". Intanto, quando manca solo un mese all’inizio del torneo, tutte le emittenti private hanno deciso di partire in contropiede, schierando all’attacco tutti i loro legali: visto che quest’anno sarà molto difficile aggirare la norma o trovare un escamotage, l’unica soluzione sarebbe un verdetto giuridico che abroghi il divieto.